Pisa, 15 novembre 2022 . L'”atto di nascita” è in una lettera firmata da monsignor Mario Bernardini, allora vicario generale, indirizzata a monsignor Vinicio Del Perugia, delegato regionale della Caritas Italiana. “Le significo che Sua Eccellenza l’Arcivescovo ha designato, quale presidente della Caritas diocesana, il sacerdote Antonio Tacchio, parroco di San Sisto al Pino”. Porta la data dell’8 novembre 1972 ed è il primo documento riferito esplicitamente alla Caritas di Pisa reperito negli archivi della curia arcivescovile. E’ per questo che martedì scorso, 8 novembre 2022, volontari e operatori della Caritas si dati appuntamento nella chiesa di Santa Caterina (Pisa), per la celebrazione dei 50 anni, presieduta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto.
Sostanzialmente il prologo del convegno diocesano di sabato 19, durante la quale il pastore della chiesa pisana ha anche consegnato uno speciale mandato a tutti gli operatori diocesani della carità, «perché nell’ascolto assiduo della Parola – ha detto Benotto- sostenuti dalla grazie dell’Eucarestia, si impegnino a servire i fratelli più poveri tendendo loro la mano con amore e gratuità, e ad animare la chiesa perchè tutta si faccia prossima ai poveri». Infatti «al cristiano non è sufficiente avere un occhio di riguardo per i più fragili e non basta neppure gestire i servizi in modo efficiente – aveva spiegato l’arcivescovo nell’omelia -: siamo chiamati, invece, ad ancorare il nostro agire alla fede in modo da suscitare qualche interrogativo anche in chi beneficia del nostro aiuto, perché anche il povero, se vuole, deve poter vivere di questa pienezza d’amore». Subito dopo la presentazione dei doni: insieme al pane e al vino, alcuni volontari hanno portato all’altare una brocca, un catino, un grembiule e un mattone. «Siamo chiamati a costruire insieme, come mattoni dell’unico edificio spirituale, nei gesti della nostra vita quotidiana fondata sull’amore – ha spiegato il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli -. Abbiamo, insieme e come chiesa, la responsabilità di testimoniare, con la vita che diventa dono per gli altri, la forza trasformatrice del duplice segno eucaristico del pane spezzato e condiviso e dei piedi lavati».
Il libretto liturgico della celebrazione