Pisa, domenica 5 luglio – Tutti in cerchio nella sala riunioni, quella a fianco dell’Emporio che ospita anche il patronato Acli a servizio di chi vive al Cep. Cinque arrivano dalla parrocchia di Tirrenia e si accingono a ricevere il sacramento della Cresima e sei dalle comunità per minori gestite dalla cooperativa sociale “Il Simbolo” mentre i rimanenti otto sono parenti e amici dei precedenti o semplici curiosi attirati dall’esperienza: il totale fa diciannove, tutti adolescenti fra i 13 e i 19 anni che per tre giorni, da mercoledi 1 a venerdi 3, hanno deciso di fare un’esperienza di servizio e conoscenza degli altri, in particolare dei più poveri accettando la sfida e la proposta di “E … state al servizio”, l’esperienza proposta dalla Caritas diocesana e rivolta a giovani e giovanissimi interessati a mettersi in gioco e di provare a guardare in mondo dalla parte negli ultimi. Nel magazzino della “Cittadella della Solidarietà”, lo speciale supermercato della Caritas che in un anno ha offerto sostegno a circa trecento famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, a sistemare i generi alimentari donati o acquistati e in attesa di essere posti sugli scaffali. Piuttosto che all’asilo notturno di “Progetto Homeless” a Porta a Mare, la vera e propria cabina di regia della Società della Salute della Zona Pisana per gli interventi nel settore dell’alta marginalità. O ancora nella Golena d’Arno del Cep a curare l’orto affidato alle mani dei “Volontari di Quartiere”, l’associazione composta da residenti e senza dimora abituali frequentatori dell’asilo notturno di Porta a Mare. Oppure, infine, nel cuore della Tenuta di San Rossore per ammirare la meraviglia della natura e la necessità di tutelarla e difenderla in tutta la sua bellezza.
E’ il momento della verifica e del confronto finale, quello in cui è richiesto di raccontare emozioni e sensazioni lasciate da tre giorni vissuti dalla parte degli ultimi. «La verità? Mi sono divertita parecchio, ma ieri nell’orto è stata davvero dura: alla fine ero stanchissima» racconta Ilaria. «La cosa più bella è aver imparato che si può star bene insieme, facendo qualcosa di utile e imparando gli uni dagli altri: lo leggi e lo senti dire, ma quando ti capita è diverso» aggiunge Irene. Mentre Laura ringrazia soprattutto il gruppo degli animatori perché «aiutare die ragazzi giovani, come noi, a crescere in modo così piacevole, non è cosa semplice». E Giulia riesce pure a trovare il pelo nell’uovo: «Non ci fosse stato da alzarsi così presto al mattino, sarebbe stato tutto perfetto».
Si ride e si scherza alla “Cittadella della Solidarietà” ed uno dei più divertiti è l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, seduto in cerchio con i ragazzi, che ascolta, ride e scherza. Facendosi serio solo per qualche minuto nel finale: «Avete imparato, probabilmente, che la bellezza e la felicità costano non perché si debba mettere mano al portafogli ma in quanto chiedono tanto impegno e cura, ma la gratificazione che si prova nell’ammirarle e viverle ripagano della fatica fatta – spiega l’arcivesovo –. E’ un po’ come quando si percorrere un sentiero di montagna: bisogna guardare dove si mettono i piedi e salire è faticoso, ma salendo in alto il panorama si fa di metro in metro sempre più bello. Ecco, se posso permettermi, vi auguro di sudare sempre un po’ per raggiungere i vostri obiettivi perché il sudore della fronte aiuta a dare valore alle cose».
ll prossimo turno dei campi organizzati dalla Caritas comincia mercoledì 8 e concluderà l’esperienza venerdì 10. Quello successivo, invece, dal 16 al 18 luglio. E con i ragazzi, a tirare le conclusioni delle “tre giorni” di lavoro, ci sarà ancora l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto.