SdS Zona Pisana, approvato il bilancio di previsione 2016. L’appello della Presidente Capuzzi: ”Fondamentale che i comuni trasferiscano le stesse risorse dello scorso anno”

Più di otto milioni di euro per garantire l’assistenza agli anziani fra servizi residenziali e domiciliari. E poi quattro per i disabili (trasporto sociale incluso) 2,5 per i minori tra aree materno-infantile e adolescenziale e 1,5 ciascuno per i settori dell’immigrazione e della cosiddetta “alta marginalità”, ossia senza dimora e persone che vivono situazioni di povertà e marginalità molto grave. In tutto fanno poco meno di 19,7 milioni di euro. Sono i numeri salienti del bilancio preventivo 2016 della Società della Salute della Zona Pisana approvato il 23 dicembre scorso e presentato pubblicamente questa mattina (lunedi 28 dicembre) nel corso di una conferenza stampa dalla presidente e dal direttore dell’ente di via Saragat, rispettivamente, Sandra Capuzzi e Giuseppe Cecchi. Un documento che dà conto in modo dettagliato della spesa sociale programmata per i prossimi dodici mesi nei territori dei comuni di Pisa, Calci, Cascina, Crespina-Lorenzana, Fauglia, Orciano Pisano, San Giuliano Terme, Vecchiano e Vicopisano e che mostra in modo chiaro come il settore che calamita la quota più consistente di risorse è quello degli anziani (41%), seguito dai disabili (21%), “anche se, nostro malgrado, guadagniamo molto più spesso l’attenzione dei media con gli interventi per l’integrazione dei Rom i quali, invece, coprono una porzione molto piccola del nostro budget, che per il 2016 è corrispondente al  169mila euro, ossia lo 0,9% del totale” ha scherzato la Presidente Capuzzi.

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Nel dettaglio, dopo anziani e disabili, segue il settore dei minori (12,3%). Quindi immigrazione (7,6%) e alta marginaltà (7,4%) e con percentuali irrisorie Rom e dipendenze (0,1%). Inferiore al 10% la somma delle voci “attività generali, personali e costi di funzionamento”.

Rispetto al 2015 è previsto un livello di spesa leggermente superiore -19,7 milioni contro i 18,9 dell’anno precedente per un incremento percentuale del 4% -, conseguenza soprattutto del maggiore impegno previsti sia nel settore immigrazione (814mila euro in più), a causa dell’emergenza profughi, che nell’area materno-infantile (+466mila) in conseguenza del crescente numero di minori ricoverati in strutture a causa sia dell’aumento dei c.d. “non accompagnati” che dei provvedimenti disposti dall’autorità giudiziaria.

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 Risorse che arrivano in maggioranza dai trasferimenti dei comuni per consentire alla SdS di esercitare le funzioni che essi hanno deciso di delegargli: “Abbiamo ipotizzato che per il 2016 siano confermati gli stessi dell’anno precedente, quando furono pari a 10,5 milioni, cifra corrispondente al 55,1% del totale e con il capoluogo a fare la parte del leone versando nelle casse della SdS 6,1 milioni pari a quasi un terzo di tutte le risorse disponibili” ha sottolineato il direttore Giuseppe Cecchi spiegando in modo dettagliato le modalità di finanziamento della SdS. Altri 4,5 milioni è previsto che arrivino dalla Regione attraverso una pluralità di contributi che spaziano dal fondo per non autosufficienza a quello sociale e tre dalle compartecipazioni degli utenti ai servizi, mentre 1,1 milioni arriveranno dal Governo, sia sotto forma di finanziamento del progetto Sprar del nostro territorio che a copertura delle spese per l’emergenza profughi. Il totale fa 18,8 milioni “ed evidenzia – conclude il direttore – un lieve e provvisorio disavanzo di circa 850mila euro rispetto all’importo complessivo delle uscite e che contiamo di colmare sia attraverso interventi di spending review che non riguarderanno i servizi, sia soprattutto attraverso un maggiore impegno nella progettazione europea”.

Niente drammi, né preoccupazioni eccsseive dunque. Ad una condizione: “Che tutti i nove comuni della Zona riconfermino lo stesso impegno economico dell’anno scorso perché se il disavanzo dovesse crescere ulteriormente sarebbe un problema colmarlo senza intaccare l’attuale livello dei servizi – ha spiegato Sandra Capuzzi -: benvenga la “spending review”, cui saranno costretti molti comuni, ma non la si faccia sulle prestazioni che riguardano i più deboli e fragili fra i nostri cittadini”.

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E’ un appello in piena regola, dunque, quello della Presidente della SdS, che è anche Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pisa. E che, almeno in parte, è la conseguenza dal caos legislativo sulla tempistica di approvazione dei bilanci preventivi: la Società della Salute, infatti, deve obbligatoriamente farlo entro il 31 dicembre di ogni anno mentre Comuni e amministrazione regionale, ossia i suoi due principali finanziatori, possono tranquillamente andare oltre tale scadenza. “Il risultato – conclude Capuzzi – è che, molto probabilmente, il bilancio che abbiamo approvato qualche giorno fa subirà diverse variazioni alla luce del contenuto di quelli approvati nei diversi comuni e in Regione”. Pisa, infatti, lo farà nei prossimi giorni, ma per gli altri otto comuni si andrà sicuramente al 2016 inoltrato.