Raccogliere e redistribuire. Questa è stata la logica dominante delle politiche assistenzialiste attuate negli ultimi 30 anni dal nostro ordinamento. Il sistema ha, infatti, provveduto ai bisogni delle fasce societarie in difficoltà, amministrando il capitale a disposizione senza pensare a una modalità che potesse generare a sua volta ulteriore reddito. Questa prassi ha concentrato l’intero impianto statale su meccanismi assistenziali gestiti a costo e non a investimento. Il risultato è uno solo: le risorse non fruttano e non si creano le occasioni per rigenerarle quando necessario.
Le istituzioni, come prospettato dalla relazione della Fondazione Emanuela Zancan, devono evitare che le risorse raccolte con la cosiddetta solidarietà fiscale vengano consumate da “aventi diritto senza doveri”. Per escludere questo rischio è necessario impiegare strumenti specifici che lo stesso ordinamento già conosce. Gli esempi sono numerosi (il lavoro socialmente utile delle persone anziane autosufficienti, il servizio civile, le molteplici forme di lavoro per utilità sociale) e tutti rappresentano modi di investire nelle risorse redistribuite. Si trasformano in questo modo ammortizzatori sociali, sussidi, trasferimenti monetari in altrettanto lavoro a rendimento sociale. Rigenerare le risorse, senza consumarle, permettendo anzi che possano rendere grazie al nuovo modo di intendere i diritti e i doveri sociali è la chiave giusta per costruire un welfare generativo.
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“Dal reddito d’inclusione al welfare generativo”, sarà proprio il tema su cui si confronteranno il responsabile dell’area nazionale di Caritas Italiana, Francesco Marsico, la ricercatrice della Fondazione Zancan, Elena Innocenti, e la presidente della Società della Salute della Zona Pisana, Sandra Capuzzi. Un incontro promosso dalla Caritas e dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro e a cui hanno aderito anche le Acli provinciali, Cisl, Confcooperative, Fondazione Toniolo e Consulta diocesana per le aggregazioni laicali che si svolgerà mercoledì 9 marzo, alle 18, all’ex convento dei cappuccini nella via omonima nel quartiere San Giusto.
L’appuntamento aprirà il ciclo di incontri “Il mondo ingiusto l’hanno da raddrizzare i poveri”, che prevede altri tre incontri sull’immigrazione (13 aprile), sulla realtà carceraria (11 maggio) e sulla dipendenza da gioco d’azzardo (8 giugno).