Sarcofano, 19 aprile 2016 – “L’accoglienza ai profughi è solo un atto di restituzione per aver impoverito queste persone”. Lo ha ribadito monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, durante il suo intervento al 38esimo convegno nazionale della Caritas diocesane che si è aperto ieri, lunedi 18 aprile, a Sacrofano (Roma). Monsignor Galantino, parlando ad oltre 600 convegnisti, ha ripetuto quanto detto prima ai giornalisti in risposta a chi accusa il Papa di incentivare l’immigrazione con gesti come la visita a Lesbo: “Chi fa queste affermazioni – ha sottolineato – mostra di avere una intelligenza un po’ al di sotto della media. Perché chi spinge questa povera gente a scappare sono le guerre, la povertà, come quelle che si stanno combattendo in questo momento in Libia, in Siria, in Iraq”.
“Per noi inclusione sociale dei poveri significa anche imparare con coraggio che il primo elemento che favorisce l’immigrazione non è il Papa che va a Lampedusa o a Lesbo – ha puntualizzato– . Ci vuole intelligenza e capacità di capire, di convincerci e di dire che ciò che sta succedendo oggi, con molta probabilità, è anche nostra responsabilità”. “Inclusione sociale dei poveri – ha precisato – significa fare cultura, imparare a leggere bene la storia, perché la prima spinta all’immigrazione è risultato di un certo tipo di politica. Solo con un impegno teso a restituire al povero la dignità che gli è stata sottratta e chiamando per nome le mani che gli hanno tolto questa dignità possiamo riuscire a potenziare una cultura che capisca quello che facciamo”. “Noi dobbiamo essere servi della verità – ha concluso – senza la pretesa di possedere il monopolio dell’interpretazione della realtà sociale, la soluzione perfetta ai problemi della società. Altrimenti quello che facciamo sono solo pannicelli caldi”.