Pisa, 6 maggio 2016 – Era il 6 maggio del 1976 quando un violento sisma scosse il Friuli e la sua popolazione, provocando migliaia di morti e centomila sfollati. Immediato il sostegno collettivo, anche sul fronte ecclesiale: insieme a monsignor Giuseppe Pasini, al tempo segretario generale di Caritas Italiana, le Caritas diocesane del Triveneto si radunarono a Venezia, in un incontro presieduto dal patriarca Albino Luciani. Fu l’inizio dell’esperienza dei gemellaggi, tra le diocesi italiane e le parrocchie terremotate, come strumento di solidarietà e accompagnamento verso le comunità colpite in modo da assicurare sostegno morale ed economico per tutto il tempo dell’emergenza. 81 diocesi avviarono gemellaggi mantenendo un legame attivo per almeno cinque anni con altrettante parrocchie terremotate, grazie anche agli oltre 16 mila volontari che si alternarono nelle zone colpite. Si realizzarono 67 Centri di comunità, luoghi di incontro e di aggregazione di tutta la comunità e centri promotori di momenti e attività sociali, culturali, religiose e ricreative.
Il metodo dei gemellaggi fu un’architrave dell’opera di aiuto e divenne elemento portante dell’azione Caritas in occasione di tutte le successive emergenze, nazionali e internazionali. A quarant’anni dal tragico episodio due saranno le principali iniziative che rievocheranno questo anniversario. Monsignor Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, presiederà una celebrazione nel Duomo di Gemona, alle 17 di giovedì 5 maggio, vigilia del terremoto, con la presenza di rappresentanti di Caritas Italiana, membri del Coordinamento nazionale emergenze e i vescovi delle diocesi che si gemellarono 40 anni fa con i paesi friulani. Monsignor Giuseppe Pellegrini, vescovo di Concordia-Pordenone, alle 20.30 a Vito d’Asio (PN), nella chiesa parrocchiale di San Michele celebrerà la messa in ricordo e suffragio di tutte le vittime del sisma, alla quale prenderanno parte rappresentanti di Caritas Italiana.