Pisa, domenica 20 agosto 2017 – Nel momento in cui le truppe tedesche della 16a Divisione SS “Reichsfuhrer” del generale Simon si apprestano a lasciare la scuola di Nozzano, che dalla fine di luglio è stata sede del comando e campo di detenzione dei prigionieri politici, si pone il problema della sorte delle circa quaranta persone che vi erano recluse. Si tratta di persone provenienti da diverse località della Versilia, del pisano e della piana di Lucca, rastrellate in diversi momenti tra la fine di luglio e gli ultimi giorni di agosto: tra essi, anche tre sacerdoti, don Libero Raglianti parroco di Valdicastello Carducci, rastrellato il 12 agosto, don Giorgio Del Fiorentino, parroco di Bargecchia (Massarosa) e don Angelo Unti, di Lunata di Lucca, rastrellato il 16 agosto insieme a don Giorni Bigongiari che – al pari di altri religiosi – dopo esser transitato da Nozzano viene deportato a Massa.
La sera del 29 agosto i prigionieri vengono caricati su un camion e condotti nei pressi del ponte sul Serchio che collega Ripafratta alla strada che conduce verso ovest a Filettole e Vecchiano, e verso est appunto a Nozzano. Qui, in località Laiano, alcune bombe alleate hanno scavato una serie di ampi crateri. Tutti i civili vengono fatti schierare in fila, lungo questa buca del terreno, e falciati a colpi di mitragliatrice. Quindi, i soldati tedeschi fanno esplodere una serie di mine per seppellire e coprire i corpi.
Le prime vittime sono riesumate nell’ottobre successivo, ma mancano all’appello ancora una trentina di persone. Solo nel febbraio 1946 verranno riesumati i corpi di queste vittime: le operazioni di riconoscimento si protrarranno dal 26 febbraio sino al 10 marzo.
L’episodio va addebitato alla 16a Divisione SS del generale Simon, e in particolare alla Felgendarmerie divisionale, guidata dal tenete Gerhard Walter.
Lunedì 21 agosto alle 18 lo ricorderanno le istituzioni locali con una cerimonia sul luogo in cui sorge il cippo commemorativo (in via di Ripafratta) cui interverranno il sindaco di Vecchiano Massimiliano Angori, il parroco di Filettole don Sathia Nesan Mariantony e i rappresentanti dell’Anpi.