Pontedera, sabato 24 marzo 2018 – “Per noi è stato come un grande abbraccio di cui sentivamo tanto la necessità”. La sintesi la fa Papa Demba, prima operaio in conceria e poi sindacalista, da sempre voce della comunità senegalese di Pontedera. L’avevano chiesto quell’abbraccio. Prima con dolcezza e poi con forza, unita ad un filo di disappunto per quelle risposte che tardavano ad arrivare. “Sono venuti da tutta Italia per salutare Idy e portarci la loro solidarietà, ma volevamo anche l’abbraccio della nostra città” dice Papa. Perchè tutto parte da lì, dall’omicidio di Idy Diene, l’ambulante senegalese residente proprio a Pontedera, ucciso a Firenze il 5 marzo scorso senza motivo.
Quell’abbraccio è arrivato ieri sera, venerdi 23 marzo. Grazie al Tavolo della Pace e della Cooperazione di Pontedera e all’Azione Cattolica e alla Caritas che, insieme alla comunità senegalese, hanno organizzato prima un momento di preghiera interreligiosa e, poi, la Via Crucis che si è snodata per le strade del centro, dall’Oratorio del Duomo fino alla Stazione, il cuore del quartiere con la più alta concentrazione d’immigrati.
Ha citato Tonino Bello, don Piero Dini, proposto di Pontedera, per spiegare il significato della cerimonia: “Dobbiamo passare dai segni del potere al potere dei segni” ha detto citando una delle frasi più ricorrenti del fondatore di Pax Christi. “Questo – ha proseguito don Dini – è un segno storico per la città di Pontedera, ma anche un punto di partenza: cristiani e musulmani vogliamo vivere insieme, in pace e in comunione”.
Si è pregato e riflettuto ieri sera a Pontedera, cuore operaio della provincia di Pisa. Alternando, durante la Via Crucis preparata dai giovani dell’Azione Cattolica, i passi del Vangelo a quelli della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Per una comunità cristiana che s’impegna in prima persona e che non chiude gli occhi e tace di fronte alle ingiustizie. Per superare i pregiudizi nei confronti degli stranieri, per il mondo del lavoro e per i diritti delle donne. Ognuno con la sua candela. Compreso il sindaco di Pontedera Simone Millozzi, venuto a portare il saluto e l’abbraccio di tutta la città, e che ha chiuso la cerimonia: “Sono qui – ha detto – per portare il cordoglio ai nostri concittadini senegalesi e per ribadire con forza che le città sono di chi le abita e le rispetta: sono fiero di essere il sindaco di una comunità che ha riconosciuto la cittadinanza onoraria a tutti i figli degli immigrati residenti a Pontedera e convinto della necessità di dover dare risposte pacate ma ferme ai seminatori di odio: per questo è necessario rompere il circuito perverso di chi vuol contrapporre gli ultimi ai penultimi. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte alle enormi disuguaglianze che minano alla radice la coesione sociale delle nostre comunità”.
Poi l’ultimo abbraccio: “Buon viaggio Idy, Pontedera ti saluta e ti ricorderà sempre con grande affetto”.