CALCI, Giovedi 19 luglio 2018 – C’è anche chi ha rinunciato al regalo di nozze e chiesto a tutti gli invitati di fare una donazione per “Misericordia Tua”, la casa d’accoglienza per carcerati in permesso ed ex detenuti di Calci, l’opera segno della Chiesa pisana per l’Anno Giubilare della Misericordia inaugurata ieri, mercoledi 18 luglio, alla presenza dell’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto e del sindaco Massimiliano Ghimenti e il cui nome riprende il motto episcopale di monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo di Pisa dal 1986 al 2008. “Li citerò solo per nome perché non hanno voluto essere menzionati, ma ringrazio nel modo più sentito possibile Chiara e Matteo ed Emilia e Marco per quel loro gesto di vicinanza e condivisione che riscalda il cuore” ha detto il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli durante la cerimonia ospitata nella chiesa di Sant’Andrea a Lama, attigua alla casa d’accoglienza, affollata da tantissime persone, calcesani e non, che non hanno voluto mancare all’appuntamento.
La struttura, adesso, è pronta: ieri l’inaugurazione e in autunno è previsto l’arrivo dei primi due ospiti in semilibertà. Gli interventi di ristrutturazione nella casa canonica della parrocchia di Sant’Andrea a Lama, iniziati ad aprile 2017, infatti, sono finiti nei giorni scorsi: un anno e mezzo di cantiere e un investimento di oltre 300mila euro (160mila dei quali provenienti dagli stanziamenti dell’otto per mille per la carità della Cei, 100mila da un contributo della Fondazione Pisa e 60mila dai i fondi raccolti in occasione del Giubileo della Misericordia), necessari per il risanamento igienico sanitario dell’intera costruzione, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la ricostruzione del tetto, il consolidamento dei solai del piano terra, la realizzazione dei tre nuovi bagni e la riqualificazione dell’area esterna. La casa si estende su due piani: salotto e cucina (donata dal Rotary Club Pisa) a piano terra, le quattro camere e i bagni al primo. E può accogliere fino ad un massimo di otto persone, ma si comincerà gradualmente con solo due ospiti.
Il nastro lo ha tagliato Vittorio Cerri, per 17 anni direttore del Carcere “Don Bosco” di Pisa: sarà lui il nuovo responsabile e padrone di casa di “Misericordia Tua”, coadiuvato da un educatore professionale della cooperativa sociale “Il Simbolo” e Marfi Pavanello e Elio Della Zuanna, i due sacerdoti dehoniani della Cappellania carceraria, che si occuperanno dell’assistenza pastorale e spirituale delle persone accolte oltreché della selezione dei futuri ospiti. La benedizione, invece, à stata dell’arcivescovo: “Il bene, quando è fatto bene, alla fine ha sempre il sopravvento – ha sottolineato Benotto -: se c’impegniamo in questa direzione non solo possiamo sostenere chi fa più fatica, ma ne usciamo anche arricchiti perché l’amore è l’unica cosa che, una volta dato, non si perde ma ritorna moltiplicato”.
Prima, il saluto del capo di gabinetto della Prefettura di Pisa Roberta Monni e del Sindaco di Calci Massimiliano Ghimenti: “Con questo progetto anche la nostra comunità potrà dare il suo contributo ad una delle principali finalità costituzionali, ossia la rieducazione dei condannati – ha detto il primo cittadino -. Grazie, dunque, per questo intervento e anche per un intervento di recupero importante di una struttura storica del nostro territorio, un altro tassello importante di quel percorso di collaborazione stretta fra l’amministrazione comunale e la chiesa locale”
Presente anche il vescovo di Pescia monsignor Roberto Filippini, per 16 anni cappellano del carcere “Don Bosco” di Pisa e ideatore della casa d’accoglienza: “Abbiamo semplicemente raccolto un bisogno, quello di un punto d’appoggio e un luogo d’accoglienza per chi si accinge ad uscire dal carcere – ha detto -: non sapete quanti detenuti, al momento di tornare in libertà, ci hanno detto di aver paura e ci hanno chiesto aiuto. Da qui l’idea di realizzare una struttura esattamente come questa”. “Una casa famiglia – ha chiosato padre Marfi Pavanello, sacerdote dehoniano coordinatore della Cappellania del carcere – aperta alla comunità e al territorio, con spazi in cui mangiare assieme piuttosto che bere un caffè, da riempire di relazioni insieme alle persone che la abiteranno”
“Questa casa è – ha aggiunto il proposto di Calci monsignor Antonio Cecconi- è anche uno dei tasselli più importanti di quel percorso promosso dall’unità pastorale della Valgraziosa che si propone di destinare a finalità sociali e pastorali, con una particolare attenzione ai più poveri, le canoniche delle chiese senza parroco”.