Calci, martedì 24 settembre 2019 – Per la ricostruzione delle case colpite dalle fiamme, abitazioni e famiglie che non hanno ricevuto un euro di aiuti da parte dello Stato per mancata dichiarazione dell’emergenza nazionale. In tutto 12 immobili: quattro andati completamente distrutti, tre dichiarati inagibili e cinque ancora abitabili ma, comunque, danneggiati. E’ stata questa la destinazione dei 57.461,27 euro raccolti dalla chiesa pisana con la Colletta straordinaria indetta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto il 7 ottobre di un anno fa. Fondi che sono stati versati sul conto corrente bancario del Comitato per la Salvaguardia della Zona Montana di Calci nato proprio con lo scopo di assicurare aiuto organizzativo, pratico ed economico alle famiglie che hanno visto la propria abitazione distrutta o danneggiata dall’incendio che nel settembre scorso ha devastato il Monte Pisano e che in dodici mesi ha raccolto circa 303mila euro e ne ha già redistribuiti 240mila.
Il punto sull’utilizzo dei fondi raccolti tramite la rete della solidarietà e le tantissime iniziative benefiche che si sono svolte nei mesi scorsi lo ha fatto il presidente del Comitato Alessio Piccioli, intervendo questo pomeriggio alla cerimonia organizzata nel Teatro Vagraziosa, aperta dai sindaci di Calci e Vicopisano, rispettivamente, Massimiliano Ghimenti e Matteo Ferrucci e a cui è intervenuto, fra gli altri, anche l’assessore regionale Marco Remaschi e il Prefetto : «In primo luogo- ha detto Piccioli benchè le fiamme abbiamo divorato pure vestiario e arredi delle abitazioni, abbiamo deciso di concentrarsi sui danni strutturali – ha spiegato -. Quindi ci siamo dati due criteri: abbiamo erogato un rimborso proporzionale ai danni subiti alle cinque abitazioni maggiormente danneggiate, entre alle restanti è stato versato un contributo una tantum di dieci mila euro ciascuno».
Per questa via qualche risultato è già stato ottenuto. Perché una delle abitazioni divorate dall’incendio, in località Ronchi, di proprietà del giornalista Andrea Zanotto, è praticamente ultimata (mancano solo intonaci e finiture).
Ma di lavoro da fare ce n’è ancora tanto e le risorse mobilitate dalla solidarietà, per quanto ingenti, non bastano: «Sono pari a circa un terzo di quello che sarebbe necessario» ha spiegato Piccioli. Che, poi, ha rilanciato una proposta: «Nei mesi scorsi sono state raccolte 18mila firme a supporto della richiesta di dichiarazione di emergenza nazionale: riprendiamo quell’iniziativa indirizzandola al nuovo governo»