Nel 2018 i Centri d’Ascolto della Caritas diocesana di Pisa hanno incontrato 1.567 persone, un numero sostanzialmente identico a quello del 2017 (1.565) e costante da quattro anni. Continua a ridursi, invece, la forbice fra italiani, una tendenza in corso ormai da oltre un decennio e che nel 2018 ha visto crescere la quota degli italiani, passati dal 35,8 al 38,5%, e contrarsi quella degli immigrati: dal 64,2 al 61,5% in dodici mesi.Ciascuna delle persone incontrate, in media, si è rivolta alla Caritas cinque volte per un totale di 8.248 contatti.
Immigrati: il 62,3% è in Italia da almeno nove anni. Altroché nuovi arrivi. Il 62,3% dei 964 stranieri incontrati dalla Caritas nel 2018 vivono in Italia da oltre nove anni mentre coloro che sono arrivati negli ultimi dodici mesi sono appena il 6,9%. Complessivamente la comunità che nel 2018 si è rivolta più assiduamente ai Cd’A è quella marocchina (12,9%), seguita da rumeni (8,8%), albanesi (8,6%), filippini (8,1%) e georgiani (6,7%). Per la prima volta negli ultimi cinque anni, invece, non ci sono i macedoni nelle prime cinque comunità più numerose, probabile effetto degli interventi volti alla chiusura degli insediamenti non autorizzati presenti in particolare sul territorio del Comune di Pisa e abitati in misura considerevole da cittadini di originari della Macedonia.
Il 30,9% è conosciuto da almeno sei anni. La povertà cronica, ossia quella riferita a coloro che frequentano i centri Caritas da almeno sei anni, riguarda 485 persone, il 30,9% del totale, un dato in crescita costante da quattro anni (erano 306 nel 2014) e che nel 2018 è di poco inferiore a quello dei c.d. “nuovi poveri”, ossia le persone che si sono rivolte per la prima volta ad un Cd’A negli ultimi dodici mesi: 509 persone (35,8%).
Il “rebus lavoro”. Sei persone su dieci fra coloro che nel 2018 si sono rivolti alla Caritas è senza lavoro. E’ la mancanza di un’occupazione uno dei problemi più diffusi e acuti fra i “poveri pisani”. Ma cresce anche la quota di coloro che, pur avendo un reddito, necessitano comunque dell’aiuto della Caritas, una condizione che riguarda circa un quarto (25,2%) delle persone incontrate e che mette in discussione anche la qualità del lavoro che c’è: fra questi il 17,8%, infatti, è occupato regolarmente mentre il 3,1% ha dichiarato di lavorare “al nero” e i pensionati sono il 4,3%. Nell’uno e nell’altro caso, si tratta prevalentemente di persone con un basso livello d’istruzione (50,5% pari o inferiore alla licenza media) anche se è elevata pure la quota di coloro che hanno un titolo pari o superiore al diploma (43%), fenomeno che interessa in modo particolare gli stranieri per i quali permane il problema del riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero.
Nelle famiglie seguite dalla Caritas 822 minori. Il 40% delle persone incontrate è coniugato e ha dichiarato di avere almeno un figlio. Anche a Pisa la povertà ha una forte connotazione familiare che finisce per ripercuotersi anche sui più piccoli: nei nuclei familiari seguiti dalla Caritas, infatti, vivono ben 822 figli minorenni. L’altra faccia della medaglia è costituita dalla solitudine e dalla fragilità relazionale. Il 19,5% delle persone incontrate, infatti, è divorziato o separato e il 5,8% vedovo. Circa un quarto (23,5%), invece, ha dichiarato di vivere “da solo”.
Quando la casa non basta. Lavoro e casa sempre più spesso non sono un argine sufficiente per scivolare verso condizioni di povertà: il 54,8% delle persone incontrate, infatti, ha un’abitazione stabile (il 61,3% dei quali in affitto). La quota di coloro che, invece, vivono in una condizione di marginalità abitativa è del 18% ed è in leggera flessione rispetto allo scorso anno, anche come probabile effetto degli interventi volti alla chiusura degli insediamenti abitativi non autorizzati presenti sul territorio del Comune di Pisa.
Le problematiche familiari superano quelle abitative. Povertà economica soprattutto, ma anche lavoro e difficoltà di tipo familiare che, per la prima volta, segnano un’incidenza superiore al disagio abitativo. Sono queste le principali problematiche emerse nel corso dei colloqui ai centri d’ascolto fra loro, peraltro, fortemente intrecciate se è vero che, ad esempio, un terzo (33,7%) delle problematiche di tipo familiare riguarda la condizione di disoccupazione di un congiunto.
Rapporto Povertà 2019 Caritas Pisa - Il testo integrale (3.4 MiB)
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