L’Appello del Comitato “Pisa contro la guerra” alla mobilitazione internazionale del 25 gennaio 2020
La guerra fa parte integrante del mondo in cui viviamo. Le violazioni del diritto internazionale, come l’omicidio del generale iraniano Soleimani e di altre sette persone da parte degli Stati Uniti, costituiscono il sintomo di una conflittualità costante, sempre pronta a degenerare in scontri armati aperti. L’elevato sviluppo tecnologico rende questi scontri sempre più imprevedibili e devastanti, sia per gli esseri umani che per l’ambiente.
La guerra è alimentata dalla competizione globale per lo sfruttamento delle risorse naturali (petrolio, gas, acqua, terra, metalli rari) e dal business delle armi. Nel 2018 le spese militari mondiali sono cresciute ancora: oggi ammontano a 1.800 miliardi di dollari, corrispondenti al 2,1% del PIL globale. Mentre crescono i profitti legati alla guerra, aumentano le diseguaglianze: il 50% della ricchezza mondiale è oggi in mano a meno dell’1% della popolazione.La guerra, alla fine, la pagano sempre le classi popolari, le lavoratrici e i lavoratori, con il taglio dello Stato sociale e dei diritti. L’aumento delle spese militari fino al 2% del PIL, che viene chiesto dalla Nato anche all’Italia, comporterebbe ulteriori tagli alla già ridotta spesa sociale.
La guerra ha come prime vittime le popolazioni civili, sia quando sono oggetto di attacchi armati, sia quando subiscono sanzioni economiche. A causa di conflitti e violenze, lo scorso anno 41,3 milioni di persone erano sfollate nel proprio stesso paese e 3,5 milioni di persone hanno cercato asilo in un altro Stato.
La guerra non è lontana ma passa vicino a noi. In Italia ci sono numerose basi militari sia della Nato che degli Stati Uniti, tra cui quella di Camp Darby tra Pisa e Livorno. Si tratta del più grande arsenale bellico al mondo fuori dagli Usa, al centro di una rete mondiale di spostamento di armi che passa dal porto di Livorno e dal Canale dei Navicelli e che rifornisce gli attuali fronti di guerra in Medio Oriente e in Africa. Non a caso gli Stati Uniti stanno attualmente potenziando Camp Darby, col consenso del precedente governo, della Regione Toscana e del Comune di Pisa.
Dopo quanto accaduto recentemente in Iraq, osservando con preoccupazione quanto sta avvenendo in Libia, e quanto avviene da anni in Siria e in Palestina, anche Pisa risponde all’appello per una giornata globale di mobilitazione contro la guerra, sabato 25 gennaio 2020.
Sosteniamo le popolazioni colpite dalla guerra e dalle sanzioni economiche, dal saccheggio delle risorse naturali e dalle ingerenze straniere. Supportiamo le lotte dei lavoratori di quei porti, come Genova e Livorno, che non vogliono più essere complici del commercio internazionale di armi.
Vogliamo che il governo italiano rispetti e attui pienamente l’articolo 11 della Costituzione: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Per questo chiediamo al Governo di:
- prevenire e impedire l’uso della forza in tutte le crisi internazionali;
- chiedere il rispetto del diritto internazionale da parte di tutti gli Stati e delle stesse organizzazioni sovranazionali;
- non dare l’uso delle basi militari agli Stati Uniti e alla NATO per azioni contrarie al diritto internazionale;
- fermare da subito la vendita di armi ai paesi in guerra o che violano i diritti umani, come previsto dalla legge 185/90;
- lanciare un piano nazionale di riconversione civile dell’industria militare;
- ridurre le spese militari, bloccando l’acquisto degli F35, per fare investimenti in occupazione, scuola, sanità, alloggi e cura del territorio;
- ritirare i nostri soldati dall’Iraq, dall’Afghanistan e dalla Libia;
- contrastare il ricorso alle sanzioni economiche, che colpiscono soltanto la popolazione civile;
- far chiudere e riconvertire a usi civili le basi militari statunitensi, a partire da Camp Darby, il cui potenziamento deve essere quindi fermato;
- chiudere l’HUB militare nazionale presso l’aeroporto di Pisa e riservare quest’ultimo al solo traffico civile;
- aderire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, eliminandole dalle basi in Italia;
- sostenere i movimenti della società civile che, nei paesi in guerra o usciti dalla guerra, sono impegnati per la ricostruzione, la democrazia e l’auto-determinazione dei popoli.
Invitiamo tutte le cittadine e tutti i cittadini ad essere in piazzaper la giornata globale contro la guerra
Sabato 25 gennaio alle 16.00 in Piazza XX Settembre a Pisa