Pisa, 14 febbraio 2021 – Il Fondo Vivere, per sostenere famiglie e piccole imprese colpite dalla crisi economica e sociale innescata dalla pandemia. E il sostegno agli interventi di assistenza umanitaria lungo la rotta balcanica messi in campo da Caritas Italiana e dalle altre altre Caritas nazionali e diocesane di quei territori.
Sono due le proposte che la Caritas diocesana pone all’attenzione della Chiesa pisana per il periodo di Quaresima.
Il Fondo Vivere è un intervento di emergenza nato come risposta alla crisi causata dalla pandemia, rivolto a famiglie fragili e alle piccole imprese della diocesi di Pisa (in provincia di Pisa e Livorno) a rischio d’impoverimento e che non riescono ad accedere ad altre misure di sostegno attive nel territorio.
La scheda del Fondo Vivere
L’infografica del Fondo Vivere
La rotta balcanica è ufficialmente chiusa dal marzo 2016 da quando l’accordo tra Ue e Turchia è entrato in vigore; in realtà nel corso del 2018, più di 60 mila migranti sono stati registrati dalle autorità dei paesi dei Balcani occidentali. Si tratta di famiglie in fuga da guerre e violenze nei loro paesi d’origine: Siria, Afghanistan e Pakistan; che si dirigono verso la frontiera con la Croazia per cercare di attraversare i confini con l’Unione Europea. La sorveglianza dei confini e la brutalità della polizia ungherese contro i migranti hanno spalancato le porte ad una nuova rotta attraverso i Balcani, che attraversa Albania, Montenegro e Bosnia.
In particolare proprio in Bosnia stiamo assistendo a una gravissima violazione dei diritti umani nei confronti dei migranti. La gestione dei migranti è infatti precipitata negli ultimi tempi. La chiusura del campo profughi “Bira” a Bihac e il trasferimento forzato di circa 600 persone nella tendopoli di Lipa ha saturato la struttura. Il campo Lipa era inizialmente pensato come una sistemazione provvisoria e si trovava già in condizioni largamente inadeguate per affrontare l’inverno: situato in una zona impervia di montagna è senza acqua potabile, elettricità, riscaldamento. Il 1 campo non più utilizzabile, interamente distrutto da un recente incendio, è l’unico riparo per le oltre 900 persone rimaste al Lipa.
Caritas Italiana è presente nella maggior parte delle strutture di accoglienza per i migranti in Bosnia e Erzegovina, tramite la rete della locale Caritas Bosnia e Erzegovina (e delle proprie Caritas diocesane di Banja Luka, Mostar e Sarajevo) oltre che della organizzazione partner Ipsia- Acli.
Con una donazione a Caritas è possibile provvedere a:
- acquisto di una copertà e tè caldo (10 euro)
- acquisto di un paio di scarpe invernali e tè caldo (20 euro)
- acquisto di un kit invernale (giacca a vento, guanti e sciarpa) e di un tè caldo (30 euro)
- acquisto di un bancale di legna da riscaldamento (70 euro)
- assicurare un mese di servizio di lavanderia sociale per i migranti (mille euro)
- assicurare un mese di servizio di un Social Cafè (5mila euro)
La scheda sulla rotta balcanica
Caritas Rotta Balcanica Quaresima 2021 (680.5 KiB)
Il manifesto della rotta balcanica
Caritas Rotta Balcanica Manifesto (497.0 KiB)