Pisa, lunedì 15 novembre 21 (da La Nazione Pisa di venerdì 12 novembre, di Giuseppe Meucci) Ecco una storia bella da leggere e utile per avviare una seria riflessione. Si tratta di un romanzo ma, come spesso accade, dietro alla finzione che serve a costruire l’impianto narrativo c’è ben evidente la rappresentazione di una realtà viva e concreta. Quella su cui riflettere, appunto. Il titolo del libro, edito da Punto Seguro, è “Il paradiso delle persone”. L’autore è Marco Santochi, non nuovo ad esperienze letterarie, ma che nella vita ha fatto tutt’altro. E’ stato un autorevole docente della facoltà di Ingegneria dell’ateneo di Pisa quale ordinario di Tecnologia Meccanica, formando schiere di allievi e ottenendo prestigiosi incarichi internazionali. Poi, maturata l’età della pensione, aveva in animo di scrivere, nel solco di due suoi precedenti libri, ma a cambiargli le carte in tavola è stato un incontro: quello con don Emanuele Morelli, il presidente della Caritas diocesana, che al Cep ha realizzato una struttura per l’accoglienza e il sostegno delle categorie più deboli. Un mondo in gran parte sommerso e spesso “invisibile” che meriterebbe di essere più conosciuto e considerato. Così dopo l’incontro con quella realtà Marco Santochi è diventato uno dei volontari di quella struttura che nel tempo, complici gli aumentati disagi per la pandemia, ha visto crescere il numero delle persone che bussano alla sua porta. E chi bussa ha un bisogno primario: spesso non ha il necessario per sopravvivere. Nelle stanze della Caritas si affaccia ogni giorno una umanità che corre a procurarsi il cibo quotidiano e ci racconta storie dolorose. Sbagliato pensare siano soltanto i “barboni” ormai privi di speranza che magari vediamo agli angoli delle strade. Ci sono anziani che dopo una vita dignitosa si sono trovati in serie difficoltà economiche, ci sono persone che tentano disperatamente di restare a galla in una società non di rado distratta. Il racconto di Santochi, i cui diritti d’autore vanno alla Caritas, è costruito sul dramma di alcuni di questi personaggi. C’è l’insegnante separato e costretto a vivere in un furgone da cui esce per andare a scuola o per varcare la soglia della Caritas e procurarsi il cibo. C’è la coppia di anziani, travolti da un crudele destino insieme all’insegnante, ma soprattutto c’è il mondo fantastico dei volontari della Caritas che ogni giorno sollevano dal bisogno centinaia di persone. E in fondo sono loro i veri protagonisti di questo libro che getta un fascio di luce in un angolo buio dove tutti dovremmo guardare.