Pisa, lunedì 24 ottobre 201 6- Uno arriva da Roma dove fino a pochi mesi fa è stato accompagnatore spirituale delle Acli nazionali. L’altro dal Trentino Alto Adige, territorio nel quale si è occupato a lungo di formazione e pastorale giovanile. Da venerdì sera, però, vivono nella canonica di Castelmaggiore di Calci i padri Elio Dalla Zuanna e Marfi Pavanello, 61 anni il primo e 54 il secondo, i due religiosi che costituiscono il primo nucleo della comunità dehoniana della Val Graziosa che presto si arricchirà anche di una terza presenza. E che ieri mattina è stata presentata ufficialmente alla comunità calcesana dall’arcivescovo, Giovanni Paolo Benotto, in un’affollattissima Pieve dei Santi Giovanni ed Ermolao per la celebrazione delle cresime. «Sono qui a concelebrare insieme i religiosi dehoniani che si accingono ad aprire la loro fraternità nella canonica di Castelmaggiore – ha detto a margine dell’omelia –: dedicheranno una parte della loro attenzione e cura pastorale ai più poveri e in particolare a chi vive una situazione di detenzione e al progetto «Misericordia Tua», la piccola casa d’accoglienza per detenuti in uscita dal carcere che apriremo nella casa canonica di Sant’Andrea a Lama». Un altro passo in avanti, dunque, verso la realizzazione del progetto fortemente voluto dall’arcivescovo Benotto in attesa dell’apertura vera e propria del cantiere di ristrutturazione, prevista entro fine anno.
I due religiosi sono stati accompagnati da padre Oliviero Cattani, superiore provinciale della congregazione: «La nostra sarà una fraternità che avrà come tratto distintivo di stile quello dell’accoglienza – ha detto -: perché una realtà impegnativa come quella carceraria? E’ una proposta che è arrivata dalla chiesa pisana e che collima molto con la spiritualità della nostra congregazione, particolarmente attenta al tema dell’ingiustizia». «Arriviamo in punta di piedi e con tanta curiosità e desiderio di metterci a disposizione – hanno sottolinato Dalla Zuanna e Pavanello – e la volontà di provare a dare concretezza a quell’impegno ad essere misericordiosi e in comunione con i più poveri che è stato il filo conduttore degli ultimi due capitoli della congregazione».