A San Martino a Ulmiano il Battesimo della piccola Laura, figlia di due profughi nigeriani. Padre Emeanuli: ”Due culture che si abbracciano in una sola chiesa”

San Martino a Ultimano, 3 settembre 2016 – Quando fede e comunità cristiana divengono occasione di condivisione e comunione. E’ il cammino che sta facendo la parrocchia di San Martino a Ulmiano  con i profughi nigeriani accolti nel territorio dell’Unità Pastorale delle Prata (comprendente anche le comunità di Pontasserchio, Limiti e Pappiana). Che domenica scorsa, 28 agosto, ha avuto un suggello importante con il battesimo della piccola Laura, la bambina figlia di papà Patrick Obi e mamma Ruth Low, due giovani richiedenti asilo nigeriani accolti nel territorio e seguiti dalla comunità cristiana sangiulianese.

” Stiamo facendo un cammino di grande apertura e cultura dell’accoglienza – spiega don Davis Emeanuli, il sacerdote nigeriano che segue dal punto di vista pastorale e non il piccolo gruppo di giovani profughi nigeriani -: due culture che si abbracciano in una sola chiesa, per un solo credo. Il battesimo è stato un evento gioioso che ha visto una grande partecipazione da parte della comunità locale che sta dando un forte supporto a questi richiedenti asilo. Non bisogna dimenticare le nostre tradizioni originarie – continua don Davis Emeanuli – ma andare verso un’integrazione bilaterale perchè se la cultura può essere diversa, il potere della fede è quello di unire, di superare le barriere e di abbattare tutti i muri.

Sono molto contento inoltre che i genitori della piccola Laura frequentino il nostro gruppo di pastorale familiare: una volta al mese 12 / 14 coppie si soffermano qui in canonica dopo il pranzo a parlare di varie teatiche, quali l’integrazione, l’educazione, la famiglia ed è un’occasione per conoscerci e per riflettere insieme sui vari bisogni. E’ importante inoltre – conclude – anche il fatto che alcuni giovani profughi siano inseriti nel gruppo liturgico con il canto. Per questo il nostro coro accoglie sia canti inglesi nigeriani che italiani: è un modo di essere partecipi e di vivere la chiesa con una forte sinergia e comunione di intenti”.