Pisa, lunedi 14 marzo 2022 – Trenta posti letto distribuiti in 10 camere. Non camerate, insomma, ma una struttura funzionale per l’accoglienza di nuclei familiari in fuga dalle bombe e dalle atrocità che stanno insanguinando l’Ucraina. “Casa Foresti”, l’ex convento proprietà della diocesi di Pisa di via Cisanello, è a disposizione per l’accoglienza delle famiglie che sono scappate dalla guerra. “Deve solo essere ripulita e ha bisogno di qualche piccolo intervento di manutenzione ordinaria – spiega il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli-: è in città ed è adattata all’accoglienza di madri con bambini, d’accordo con l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto ci è sembrata la soluzione più idonea per offrire un primo segno di accoglienza. Sarà affidata alla Cooperativa sociale “Il Cammino”, da anni impegnata nella gestione di strutture d’accoglienza per migranti e uno dei bracci operativi su cui si appoggia la Caritas diocesana.
L’impegno in soccorso della popolazioni civile vittime del conflitto non si ferma qui: “D’accordo con il Parco e l’Unità pastorale delle parrocchie di Cep e Barbaricina, abbiamo messo a disposizione anche la casa canonica della parrocchia di San Rossore, che è in grado di accogliere altre quattro famiglie – continua don Morelli – mentre già dalla prossima settimana una famiglia, composta dalla mamma e due figli, che abbiamo incontrato e conosciuto nei giorni scorsi, sarà ospitata dai Ordine francescano dei frati minori nei locali del A”.
In tutto, dunque, sono una cinquantina i posti letto già messi a disposizione dalla diocesi di Pisa, in grado di accogliere all’incirca, una quindicina di famiglie. “Ma prosegue il lavoro che abbiamo attivato fin dai primissimi giorni del conflitto, quando ormai era già chiaro che vi sarebbe stato un numero consistente di persone in fuga dalla guerra e bisognose di assistenza – continua don Morelli-. Lavora a pieno regime lo sportello operativo (tel. 050.560952) che abbiamo istituito per raccogliere i bisogni delle famiglie ucraine che arrivano nel nostro territorio. Per ora ne stiamo seguendo una trentina: per molti il problema è l’alloggio, ma ci chiedono anche generi alimentari e beni di prima necessità oppure di accompagnamento e orientamento verso i servizi del territorio. Parallelamente siamo in contatto con le parrocchie e altre realtà della diocesi per valutare la possibilità di mettere a disposizione altri immobili, qualora fosse necessario”.