Pisa, 29 gennaio 2021 – C’è un dato che più di ogni altro dà conto dell’emergenza abitativa, anche in Toscana, e dell’inadeguatezza delle risposte: nel 2019 sono state presentate 19.821 domande per l’accesso alle case popolari, di cui 14.875 ammesse, pari al 77,1% del totale. Il tasso di soddisfazione, ossia l’incidenza delle nuove assegnazioni effettive, è del 6%, in valore assoluto corrispondenti a 1.135 nuclei che hanno potuto accedere per la prima volta a un alloggio Erp. Tutti gli altri, invece, restano in lista d’attesa.
E’ quanto emerge dal Nono rapporto sulla condizione abitativa in Toscana presentato pubblicamente ieri a Firenze. Un campanello d’allarme particolarmente preoccupante se si considera che le analisi sviluppate dall’Osservatorio sociale della Regione, in collaborazione con Anci Toscana e il settore Politiche Abitative dell’amministrazione regionale, fanno riferimento al 2019, ossia all’anno precedente alla crisi economica e sociale collegata alla pandemia. “Il rapporto – ha sottolineato l’assessora regionale alle Politiche Regionali Serena Spinelli – servirà come strumento di lavoro per i prossimi mesi, quando i numeri ci restituiranno un quadro, reso ancora più complesso dalle conseguenze economiche e sociali della pandemia, che ha colpito in particolare le categorie più fragili e allargato la base dei bisogni. Per questo sono e saranno necessari strumenti altrettanto articolati: trovare una risposta adeguata a chi ancora è in attesa di un alloggio Erp e individuare soluzioni di affitto calmierato attraverso interventi di edilizia sociale, per un sostegno mirato a una fascia media impoverita dalla crisi in corso, anche in relazione a piani innovativi di rigenerazione urbana, di sostenibilità ambientale ed energetica, di qualità del vivere e dell’abitare”.
La riduzione degli sfratti. La “buona notizia”, invece, sarebbe che, pure nel 2019, è proseguito il trend di riduzione degli sfratti: Le richieste di esecuzione sono state 6.553 (-23,1% sul 2018), i provvedimenti emessi 3.30 (-14,8%), le esecuzioni 2.260 (-12,6%). In termini relativi, una esecuzione di sfratto ogni 735 famiglie residenti rappresenta un miglioramento rispetto al 2018 (uno sfratto ogni 644 famiglie), ma conferma che la regione è un’area ad alto stress abitativo. Il tutto con l’enorme incognita degli effetti sociali ed economici della pandemia, che si è cominciata a toccare con mano nella seconda parte del 2020 e che, verosimilmente, potrà essere apprezzata in modo più preciso nel 2021, quando verranno meno tutte le misure tampone di “blocco!
Mutui necessari per un toscano su due. Per il sesto anno consecutivo il mercato della compravendite toscano segna una crescita delle transazioni su base annua, anche se si riduce l’intensità di tale incremento (+1,5%), così come anche la flessione dei prezzi, che mostrano lievi scostamenti nel 2019 rispetto all’anno precedente (-0,8). Si conferma l’importante ruolo dei mutui, che caratterizzano il 52,7% delle transazioni, anche se si riscontra una lieve riduzione relativa del numero di acquisti immobiliari realizzati utilizzando un finanziamento bancario (pari allo 0,5%), a fronte di un altrettanto leggero incremento nel capitale impiegato. Si modifica altresì la lunghezza di questi rapporti, con la durata media dei mutui in Toscana che passa da 23,7 anni a 24,1 (in Italia la variazione è da 22,9 a 23,1 anni). La rata media decresce, passando dai 606 euro mensili del 2018 ai 594 del 2019.
Il costo delle locazioni. Il mercato delle locazioni resta stabile: nella maggior parte delle città capoluogo, i prezzi rimangono invariati o leggermente ridotti. Complessivamente l’andamento medio dei prezzi è in diminuzione se esaminiamo un arco decennale, seppur con differenti intensità nei vari comuni.