Attentato in Burkina Faso, stanno rientrando i volontari del Movimento Shalom. L’appello del presidente dei vescovi: ”Continuare il dialogo interreligioso per non far prevalere chi semina discordia”

Don Andrea Cristiani e il gruppo degli altri sei volontari italiani del Movimento Shalom di San Miniato (Pisa) sono riusciti ad imbarcarsi sani e salvi da Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ieri sera e questa mattina atterreranno a Parigi sani e salvi. Quelli dell’associazione Balobasha di Perignano (Pisa) che, invece, sarebbero dovuti partire ieri, invece, non hanno potuto farlo e sono rimasti a Pisa.

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C’è anche questo fra le conseguenze del drammatico attentato che ieri sera, sabato 16 gennaio, ha insanguinato la capitale del Burkina Faso, Paese al centro di molti progetti di cooperazione allo sviluppo anche da parte di tante realtà del territorio pisano e toscano: 27 morti e 33 feriti è il bilancio della tragedia in cui sono rimasti uccisi anche i quattro attentatori. L’attacco ha colpito al cuore la capitale Ouagadougou ed è stato volutamente indirizzato verso i principali luoghi di ritrovo della comunità internazionale presente nel paese come gli hotel Splendid e  Yibi  il caffè ristorante “Le Cappuccino”. E’ stato rivendicato dal gruppo terrorista Al Qaeda per il Maghreb Islamico (Aqmi) e i combattenti del battaglione Morabitoun.

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“Proprio venerdì, presso la nostra università di Ouagadougou c’è stato un incontro con docenti e studenti  durante il quale si è parlato anche di terrorismo e posso testimoniare che in questo popolo non ci sono deviazioni fondamentaliste – ha detto monsignor Roberto Rodriguez, vescovo argentino e presidente onorario di Shalom che ha preso parte alla missione insieme a don Cristiani -. I terroristi vengono certamente da fuori, il popolo e gli stessi musulmani, che rappresentano il 50% della popolazione burkinabè non sono fondamentalisti e non vogliono il terrorismo”

Nella stessa direzione l’appello della Conferenza episcopale di Burkina Faso e Niger: “Come chiesa facciamo appello alla calma e a non stigmatizzare nessuno – ha detto il presidente monsignor Paul Ouedraogo  -, i rapporti interreligiosi sono buoni e dobbiamo continuare a coltivarli: bisogna impedire che chi vuole seminare la discordia prevalga”’