Calcio e integrazione, all’Arena Garibaldi progetto pilota nazionale: 11 profughi impegnati in servizi di volontariato allo stadio. Gattuso: ”Dare una mano a chi fugge dalla disperazione”

«La politica, sia da una parte che dall’altra, tante volte li strumentalizza un po’ per riuscire a prendere qualche voto in più e, invece, bisognerebbe provare a dare una mano a chi si è lasciato alle spalle situazioni di disperazione, come si propone di fare, in piccolo, questo progetto». C’è anche l’approvazione di Rino Gattuso su “calcio e integrazione”, il progetto pilota nazionale che ha messo insieme una vera e propria squadra sociale e istituzionale che vede in prima fila il Pisa e la cooperativa sociale Paim ma coinvolge anche Società della Salute della Zona Pisana, amministrazione regionale, Acli e l’agenzia formativa Aforisma con l’obbiettivo di offrire la possibilità di svolgere un servizio di volontariato civico all’interno dell’Arena Garibaldi a undici immigrati accolti nel territorio pisano. «Coinvolgere anche qualche mio ex compagno in un’amichevole di sensibilizzazione con per questi ragazzi? Assolutamente sì: mi prendo l’impegno e cercherò di dare una mano» ha detto il campione del mondo accogliendo la proposta lanciata dalla presidente della Società della Salute Sandra Capuzzi che ha preso parte alla conferenza stampa insieme al direttore Giuseppe Cecchi e che in precedenza aveva lanciato l’idea «di invitare il presidente del Consiglio Matteo Renzi ed organizzare una partita di calcio coinvolgendo il Pisa, i ragazzi e figure di primo piano del mondo del calcio in modo da sensibilizzare il più possibile sull’accoglienza».

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Il glorioso ma un po’ vetusto stadio nerazzurro, infatti, nei prossimi mesi ospiterà, per alcune ore al giorno, undici profughi fuggiti dalle guerre e dalla disperazione che, ormai da anni, contraddistingue tanta parte dell’Africa Subsahariana (tre dal Mali, due da Senegal e Nigeria e uno Guinea Bissau, Repubblica Centrafricana e Costa d’Avorio) attualmente accolti nelle strutture gestite dalla Paim e che potranno fare quest’esperienza nell’ambito degli interventi di volontariato civico supportati dall’amministrazione regionale e dalla Società della Salute della Zona Pisana che assicurano la copertura delle spese assicurative e di quelle per l’acquisto di eventuali strumenti e indumenti da lavoro.

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«Gli undici migranti, a rotazione, il giorno della partita saranno impiegati come assistenti steward e si occuperanno d’indirizzare il pubblico in entrata e uscita, presidiare i punti d’ingresso e le altre postazioni strategiche dello stadio e prevenire le situazioni di sovraffollamento – ha spiegato il presidente della Paim Giancarlo Freggia -. Durante la settimana, invece, collaboreranno alla manutenzione ordinaria dello stadio e dell’impianto sportivo: dall’annaffiare il campo al taglio dell’erba fino a piccoli lavori di muratura e imbiancatura sempre più spesso necessari in uno stadio dal passato glorioso ma che, come è noto, comincia a risentire un po’ del peso degli anni». «In questo modo – ha aggiunto Lucchesi -i ragazzi avranno la possibilità di conoscere la città che li accoglie a partire da quello che è uno dei suoi luoghi principali di socializzazione dato che l’Arena Garibaldi è frequentata quotidianamente da decine di pisani che diventano migliaia il giorno della partita e anche di fare un’esperienza formativa che gli tornerà utile successivamente per inserirsi nel mercato del lavoro».

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Contento anche l’assessore regionale all’immigrazione Vittorio Bugli: «Queste cose fanno bene non solo al calcio, ma anche al sociale – ha detto – sono iniziative aiutano tantissimo l’integrazione e fanno capire come l’accoglienza sia patrimonio piuttosto diffuso della cultura della nostra regione». Sulla stessa lunghezza d’onda il responsabile nazionale immigrazione delle Acli Antonio Russo: «C’impegneremo perchè l’esperienza di Pisa possa essere replicata in tante altre città e stadi e palazzetti dello sport d’Italia».