Orgogliosi del lavoro che gli operatori ed i giovani della nostra Caritas diocesana, gruppo Giovani e Servizio, stanno facendo da anni nelle nostre scuole. Più di mille dei ragazzi incontrati a livello regionale sono “nostri”… Un grazie a loro, agli insegnati che condividono il progetto, alle scuole che lo hanno accolto (Matteotti, Santa Caterina, Santoni-Gambacorti, Russoli, Buonarroti, Fucini, Galilei etc…)
Don Emanuele Morelli
Fonte : Toscanaoggi.it
Percorsi nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi al fenomeno delle povertà e per educarli al volontariato; percorsi per dare sostegno alle tante persone che soffrono per la mancanza di un lavoro.
Sono due ambiti-chiave dell’accordo tra Regione Toscana e le Caritas delle diocesi toscane per la lotta alla povertà: sulle iniziative concrete nate da questo accordo è stato fatto il punto dall’arcivescovo di Arezzo-Cortona-SansepolcroRiccardo Fontana (che è anche delegato della Conferenza episcopale toscana per la pastorale della carità), dall’assessore regionale al welfare Stefania Saccardi e dal delegato regionale Caritas Alessandro Martini.
Ecco in breve alcuni dati di sintesi sui due approfondimenti
Scuola. Due le azioni promosse: percorsi di formazione ed esperienze di cultura della cittadinanza. Obiettivo della prima è far conoscere agli studenti il fenomeno delle povertà, le risposte attivate e le risorse del loro territorio, promuovendo la sensibilizzazione con percorsi di studio e analisi dei dati provenienti dagli Osservatori diocesani.
7 le province coinvolte (eccetto Grosseto, Massa Carrara e Siena), 28 gli istituti superiori per complessive 127 classi e oltre 2300 studenti. Più di metà degli istituti sono situati in aree di particolare disagio sociale e 8 studenti su 10 provengono da fasce deboli della popolazione.
Con la seconda azione gli studenti sono stati stimolati a mettersi al servizio degli altri: progetti sperimentali di volontariato, esperienze dirette di servizio (mense, strutture, case famiglia), organizzazione di eventi e manifestazioni. Le province coinvolte sono state le stesse della prima azione, gli studenti 911, il 62% dei quali appartenenti a fasce disagiate. Circa la metà è entrato in contatto con realtà di accoglienza, il 36% ha fatto esperienze dirette. Il coinvolgimento prevalente è stato attraverso attività extrascolatiche. Il 14% dei casi di esperienze dirette è servito come fase propedeutica al servizio civile o tappa di avvicinamento al volontariato.
Lavoro. L’approfondimento in questo ambito parte anzitutto da un’analisi della situazione di crisi che ha iniziato ad affacciarsi, in Italia e in Toscana, a partire dal 2008. Crisi che per la Toscana si è tradotta, nel 2013, con il tasso di disoccupazione più alto degli ultimi 20 anni, l’8,6%, passato poi al 9,3% nel settembre 2014. Crisi uguale povertà, se è vero che nel 2013 oltre i tre quarti (76,4%) delle persone che si sono rivolte a un Centro d’Ascolto Caritas erano disoccupati (+3% rispetto al 2009).
La ricerca prova poi a censire i 23 progetti (definiti ‘opere segno’) promossi dalle Caritas della Toscana per sostenere l’occupazione delle famiglie più fragili (18 dei quali attivati a partire dal 2009), con un coinvolgimento di 55 operatori e 54 volontari.
I vari progetti si caratterizzano per l’importanza del lavoro di rete ed il collegamento con i servizi territoriali e per la forte componente innovativa, data la necessità di rivolgersi a persone con profili molto diversi rispetto a quelli cui erano prevalentemente dedicati prima della crisi: oltre alle categorie colpite dal disagio, sociale e non (disabilità, dipendenze, ex detenuti), va abbracciata una più ampia e variegata platea di ‘senza lavoro’.
Altri due gli elementi messi in evidenza: la capacità dei progetti esaminati di scendere nella concretezza del territorio, valorizzando l’esistente e recuperando le potenzialità in esso contenute (a volte celate) e la loro replicabilità anche in altri contesti, grazie alle ridotte dimensioni degli start-up, in termini di investimento, di personale richiesto e di numero di persone a cui si rivolgono, almeno nelle fasi iniziali.