Venerdi 3 aprile 2015
comunicato stampa
CITTADELLA DELLA SOLIDARIETA': Bilancio dei primi dodici mesi di attività dell’Emporio per famiglie indigenti o in difficoltà economico voluto dalla Chiesa pisana per celebrare l’850esimo anniversario della morte di San Ranieri e gestito dalla Caritas
IN UN ANNO SEGUITE 275 FAMIGLIE PER UN TOTALE DI 780 PERSONE.
IN MEDIA, OGNI MESE, DISTRIBUITI 2.100 CHILI DI GENERI ALIMENTARI.
Tutti i nuclei familiari sostenuti vivono stabilmente nel territorio pisano e hanno un Isee annuo inferiore a 5.700 euro. Nella maggior parte dei casi tutti i componenti sono senza lavoro. Si accede alla struttura previo colloquio con il Centro d’Ascolto.
Il direttore della Caritas don Morelli: «Numeri che, nella loro aridità, danno un’idea delle dimensioni che la povertà rischia di raggiungere anche in contesti apparentemente meno gravati da marcati processi d’impoverimento come quello pisano»
Sugli scaffali si può trovare di tutto. Ma olio, farina, riso, pasta, pelati, legumi, carne e pesce in scatola, zucchero, biscotti e latte non devono mai mancare. Fondamentale, al riguardo, il supporto dei 21 sostenitori fra enti pubblici, no profit e privati
Non solo l’aiuto ai poveri, ma anche percorsi formativi su accoglienza, disagio sociale e lotta allo spreco: in un anno alla “Cittadella” incontrati 263 giovani di parrocchie e associazioni, accompagnati da 113 adulti fra animatori e genitori.
Duecentosettantacinque famiglie per un totale di 780 persone sostenute in appena un anno di attività. Sono tanti coloro che fra la primavera scorsa e quella di quest’anno, i primi dodici mesi in cui la la struttura ha funzionato a pieno regime, hanno avuto bisogno del supporto della “Cittadella della Solidarietà”. «E la cosa è tutt’altro che gratificante, anche se fortunatamente la struttura è riuscita a sopportare una mole così significativa di lavoro: questi dati, infatti, nella loro aridità, danno un’idea delle dimensioni che la povertà rischia di raggiungere anche in contesti apparentemente meno gravati da marcati processi d’impoverimento come quello pisano» racconta don Emanuele Morelli, direttore della Caritas Diocesana, ossia del soggetto che gestisce l’Emporio. Numeri che assumono anche una significato ancora maggiore se si considera al “supermercato della solidarietà” si può accedere solo previo colloquio con il Centro d’Ascolto di via delle Sette Volte durante il quale è stabilito anche il punteggio mensile da caricare sulla tessera d’accesso, tenendo conto sia del reddito Isee della famiglia che delle sue dimensioni: «C’è un gruppo di lavoro che decide quali persone indirizzare verso il nostro servizio e per quanto tempo, un’azione – spiega don Morelli – che da un lato ci permette di tenere avere un relazione non superficiale e costante con la famiglia e dall’altro consente d’introdurre criteri di equità nell’utilizzo del servizio, cosa che non sarebbe possibile se fosse consentito l’accesso diretto alla struttura». Una volta ottenuta la tessera, comunque, si può accedere alla struttura che si trova nei locali della parrocchia di San Ranieri al Cep che un tempo erano occupati dallo storico cinema “20+1”, inattivo già da anni al momento della realizzazione dell’Emporio: la “Cittadella della Solidarietà” è aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 14.30 alle 17.00
Le famiglie d’origine straniera sono poco più della metà del totale (56%): soprattutto albanesi, marocchine e macedoni che vivono da tempo sul territorio cittadino. «Quello di vivere stabilmente nell’area pisana – prosegue il sacerdote – peraltro, è una caratteristica comune a tutti i nuclei che seguiamo». Altre due sono il fatto di avere un reddito Isee annuo inferiore ai 5.700 euro e una diffusa condizione di disoccupazione: nella stragrande maggioranza delle famiglie aiutate tutti i componenti sono senza lavoro.
I prodotti. Dai prodotti per l’igiene alla pasta fresca fino al ragù di cinghiale e alla verdura di stagione. Si può trovare quasi di tutto sugli scaffali della “Cittadella della Solidarietà”, ma ci sono dieci alimenti che proprio non possono mancare: si tratta di olio, farina, riso, pelati, zucchero, biscotti, pasta, legumi, latte e carne o pesce in scatola, «prodotti basilari per l’alimentazione di ciascuno di noi che, se non è possibile a reperirli tramite raccolte o donazioni, devono necessariamente essere acquistati» racconta don Morelli, direttore dell’organismo pastorale cui è affidata la gestione di questo “supermercato” decisamente sui generis ma con numeri simili a quello di un qualsiasi negozio di quartiere di generi alimentari. Perché, in media, in un mese alla struttura del Cep, solo per rimanere all’elenco dei dieci prodotti che devono essere sempre presenti sugli scaffali, vengono distribuiti quasi 290 chili di farina, fra i 180 e i 200 di zucchero, circa 190 di riso e 320 di pasta. A cui vanno aggiunti 240 litri di olio d’oliva e 180 di olio di semi, settanta di latte, 600 “pezzi” da 400 grammi ciascuno di pelati, altrettanti di legumi e di tonno (confezioni da 80 grammi) e 160 pacchi di biscotti. In tutto fanno un media di 2.100 chili di generi alimentari di prima necessità distribuiti ogni mese.
A questi poi, andrebbero, sommati i prodotti per l’igiene, quasi tutti provenienti dall’aeroporto con cui la Caritas ha stretto un accordo per il recupero delle merci che i passeggeri sono costretti ad abbandonare all’imbarco perché non possono essere trasportati a bordo («In primavera e in estate andiamo due volte al giorno perché siamo nel pieno della stagione turistica e i prodotti abbandonati sono davvero molti – dice don Morelli -negli altri periodi dell’anno, invece, è sufficiente recarvisi una sola volta»). E gli altri messi a disposizione dai soggetti, privati o pubblici, che sostengono la struttura in vario a modo. A cominciare da quei supermercati che consentono a volontari e operatori di coinvolgere i clienti in raccolte alimentari periodiche come quella del 14 marzo scorso al Carrefour de La Fontina (San Giuliano Terme): 2.500 chili di generi alimentari raccolti in una sola giornata.
Un luogo di formazione. Più di 250 ragazzi e oltre 100 adulti, fra genitori e animatori, nell’arco di dodici mesi. La “Cittadella della Solidarietà” anche una vera e propria “palestra” in cui allenare la virtù dell’accoglienza e approfondire il confronto con i temi della povertà e del disagio sociale economico a partire dal “faccia a faccia” quotidiano con i problemi. E proprio per questo è stata frequentata da tantissimi giovani e giovanissimi del gruppi parrocchiali soprattutto, ma anche scout e ragazzi provenienti da altre esperienze. Nel dettaglio sono stati 263 i giovani, accompagnati da 113 animatori o genitori, che hanno avuto modo di approfondire la conoscenza della struttura del Cep nei precedenti dodici mesi, talvolta tappe conclusive o intermedie di percorsi di formazione promossi dalla Caritas diocesana nelle singole parrocchie della durata di mezza giornata o (più raramente) veri e propri itinerari di formazione e servizio della durata di tre giorni. Nel dettaglio hanno trascorso qualche ora alla “Cittadella” i giovani delle parrocchie di San Piero a Grado, San Giusto e Santi Jacopo e Filippo a Pisa. E poi San Benedetto a Marciana (Cascina), Asciano, Colignola, Ghezzano, Madonna dell’Acqua, Fornacette e Nodica. Ad esse vanno poi aggiunti la Bottega Scout e gli Scout di Pontedera, la casa famiglia “I ragazzi del Borgo” di Pontasserchio e i giovani studenti che prendono parte alla giornata della solidarietà per “Nicola Ciardelli”. Importantissimo anche il contributo delle parrocchie di Campo, Latignano, Colignola, Agnano, Mezzana, Barbaricina e Santi Jacopo e Filippo tutte comunità che, periodicamente, organizzano raccolte alimentari ad hoc per la Cittadella.
I sostenitori. La maggioranza è coinvolto nel recupero merci, ma ci sono coloro che si sono impegnati ad assicurare un sostegno economico diretto. Ad oggi sono 21 i sostenitori della “Cittadella della Solidarietà”: associazioni, realtà del terzo settore e istituzioni pubbliche ma anche tante aziende e soggetti privati. Fra coloro che assicurano un finanziamento diretto il Lions Club Pisa, la Fondazione “Il cuore si scioglie” di Unicoop Firenze, la Compagnia di San Ranieri e la Società della Salute della Zona Pisana ed il Rotary Club di Pisa. Supporto tramite recupero merce, invece, è assicurato da Agea (l’agenzia agricola europea che gestisce le eccedenze alimentari da destinare agli indigenti), Banco Alimentare (anch’esso impegnata nel recupero e redistribuzione di generi alimentari), i magazzini Unicoop Firenze, Carrefour e Metro di Pisa, l’aeroporto “Galilei”, la Crastan di Pontedera (storico marchio nella produzione di caffè e surrogati), l’Azienda regionale per il diritto allo studio di Pisa (recupero del cibo avanzato alle mense universitarie delle vie Cammeo e Martiri), “I volontari di quartiere” del Progetto Homeless (eccedenze delle verdure prodotte nel loro orto sociale), la Fattoria “Le Prata” di San Martino Ulmiano, l’azienda agricola “Ti coltivo”, il “Molino Rossi” di Molina di Quosa, la macelleria di carni pregiate “Bernardini Gastone”. Quando ne hanno avuto l’opportunità, hanno garantito il loro contributo anche Guardia di Finanza e Polizia Municipale del Comune di Pisa.
Ufficio Stampa
Caritas Pisa
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Fonte foto : ilTirreno.it