Firenze, sabato 17 novembre 2018 – Quasi 25mila poveri incontrati nel 2017, il 12,7% in più rispetto al 2015. E’ il dato di sintesi di un anno di lavoro dei centri d’ascolto delle Caritas diocesane toscane, riassunto nel Rapporto sulle povertà 2018, presentato pubblicamente due giorni fa a Firenze. Un testo che racconta di come si riduca sempre di più la forbice fra italiani e stranieri (i primi sono il 36,4% del totale ma erano il 19,9% nel 2007 mentre i secondi, nello stesso lasso di tempo sono passati dall’80,1% al 63,6%) anche perchè nel 2017 gli italiani che hanno bussato ai centri Caritas sono aumentati di più dei migranti (+930 contro +849).
Il rapporto soprattutto evidenzia come il fenomeno della povertà riguardi prevalentemente adulti (quasi la metà delle persone incontrate ha fra i 35 e i 54 anni) con un basso livello d’istruzione (i due terzi hanno un titolo pari o inferiore alla licenza media). La conseguenza è la mancanza di un lavoro (nel 71% dei casi) oppure l’averne uno povero e scarsamente retribuito, tale da rendere necessario rivolgersi comunque alla Caritas (14,8%). E cresce anche la marginalità abitativa: nel 2015 riguardava 2601 persone seguite dai Cd’A, nel 2017 3527.
Risultato: la povertà si cronicizza. Il 33,5% delle persone che hanno bussato alla Caritas nel 2017 è seguita da almeno sei anni mentre il 28,7% è arrivata per la prima volta nel 2017.
Nelle conclusioni le Caritas toscane indicano anche alcune piste di lavoro per il futuro: la sfida della capacitazione e quella del “bene fatto bene”, ma anche il contrasto delle povertà educative e sanitarie, la correlazione fra salute mentale ed esclusione sociale e, soprattutto, la necessità di ripensare il welfare in una logica comunitaria.
Il testo del rapporto
Rapporto Povertà Caritas 2018 (1.8 MiB)
Le slide di presentazione