Dalla Regione cento mila euro contro spreco e povertà alimentare

La Regione Toscana ha approvato, su proposta dell’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi, il nuovo programma di interventi per il triennio 2015-17, stanziando per il 2015 la somma di 100.000 euro. “L’emergenza della povertà alimentare – dice l’assessore Saccardi – può essere contrastata salvando le eccedenze dallo spreco, impedendo che queste diventino rifiuti e redistribuendole gratuitamente alle persone indigenti. Perdite e sprechi alimentari sollevano infatti questioni rilevanti di carattere sociale, oltre agli impatti negativi ambientali ed economici”.

San Giusto

San Giusto

Nello specifico, gli investimenti della Regione serviranno a favorire la ridistribuzione collegandosi anche ai piani degli enti e del terzo settore per superare le cause della povertà, promuovere specifici progetti formativi per una corretta cultura della nutrizione, concretizzare accordi con la grande distribuzione e la ristorazione collettiva per sostenere gli enti attivi sul territorio con fasce deboli e emarginate, monitorare tutte le associazioni convenzionate con gli enti erogatori.

Insieme al programma del nuovo triennio, è stato anche approvato lo schema tipo di convenzione che dovrà essere sottoscritto tra Regione Toscana e soggetti del terzo settore. Il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari sono anche l’oggetto di un accordo che la Regione ha sottoscritto nel marzo di quest’anno con l’Azienda regionale per il diritto allo studio e con i Comuni di Firenze, Pisa e Siena per le mense universitarie dei tre atenei (con Pisa che ha fatto da apripista con il suo Progetto Homeless).

Scatoloni in attesa di essere caricati

Scatoloni in attesa di essere caricati

Un accordo esteso anche alle mense regionali, a partire da quella di Novoli, per distribuire il cibo in eccedenza ai più bisognosi grazie alla collaborazione tra il gestore Camst, il Banco Alimentare che gestisce il recupero del cibo e la Caritas che lo mette a disposizione delle fasce deboli attraverso le proprie strutture. Oltre all’aspetto sociale, c’è anche un contributo ambientale. Recuperando le eccedenze si contribuisce anche alla riduzione dei rifiuti prodotti e si favorisce il ricorso alle raccolte differenziate.