Chiesa in lutto per la scomparsa di Monsignor Plotti, il vescovo pisano che aprì le porte della comunità ecclesiale ai laici e che coinvolse i fedeli nella vita attiva della cristianità. A ricordare il suo impegno e la sua costante presenza per le persone in difficoltà è Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo di Pisa.
“La morte è quell’appuntamento inevitabile che riguarda tutti. È l’evento che ciascuno vive in prima persona, ma che riverbera i suoi effetti a raggio tanto più largo quanto più ampia era la rete di rapporti che la persona intratteneva o aveva intessuto nel suo percorso di vita. Rapporti personali e rapporti sociali; relazioni vissute nella discrezione dell’amicizia e nella ferialità della vita di famiglia, così come nella notorietà degli eventi pubblici.
Da qui i vari punti di osservazione che chi rimane sottolinea quando fa memoria di chi ha già varcato la soglia dell’eternità. Ricordi, emozioni, parole pronunciate a voce alta o suggerite sommessamente, si affollano e in qualche modo vanno delineando l’immagine del defunto così come è stata percepita, anche se è sempre una immagine parziale e non di rado incapace di delineare pienamente le dimensioni più profonde che solo il Signore sa leggere e valutare nella verità. Così è anche di monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo di Pisa dal 1986 al 2008, che il Signore ha chiamato a sé dopo una grave malattia.
Come prete della Chiesa pisana, anch’io accolsi il giovane arcivescovo nella festa di San Ranieri di 29 anni or sono. Il passo deciso, la mole fisica imponente, il suo girare in macchina in lungo e in largo per la diocesi, dettero immediatamente l’immagine di un pastore che desiderava stare in contatto con il popolo che gli era stato affidato e che voleva interessarsi della vita delle persone nelle loro difficoltà e nei loro problemi. Certamente il suo modo di interpretare il servizio episcopale era per noi inedito; desideroso di far crescere la partecipazione dei laici alla vita ecclesiale, dette immediatamente impulso alle occasioni tipiche del convenire ecclesiale con la nascita del Consiglio pastorale diocesano, dei Consigli pastorali di Vicariato e con la richiesta costante che si desse vita ai Consigli pastorali parrocchiali. Si ricordano imponenti Convegni ecclesiali al Palazzo dei Congressi; il potenziamento della Scuola di Formazione Teologica; la nascita dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Stenone”; la realizzazione dello Studio Teologico Interdiocesano di Camaiore; la riforma della Curia Arcivescovile. Sono solo alcune delle decisioni pratiche che hanno cambiato il volto della diocesi pisana.
L’impegno nella cura del restauro di chiese e canoniche e nell’adeguamento delle strutture pastorali alle nuove necessità, il restauro della Casa diocesana della Rocca di Pietrasanta, sono segni tangibili delle fatiche anche amministrative di monsignor Plotti. Ma ciò che monsignor Plotti amava di più era calarsi concretamente nella vita delle parrocchie e della comunità cristiana. Da qui le tre visite pastorali da lui compiute nei 22 anni di episcopato. Quali fossero i sentimenti dell’Arcivescovo emerito nel momento in cui lasciava la Chiesa pisana lo possiamo sapere rileggendo l’omelia che pronunciò in Cattedrale nella celebrazione di commiato dalla diocesi di Pisa il 30 marzo 2008. Scriveva: «Ho percorso migliaia e migliaia di chilometri per portare la luce del Vangelo dovunque, incontrando innumerevoli schiere di persone, credenti e non credenti, che mi hanno ascoltato sempre con attenzione, interesse e affezione, rendendo così presente, nella società di oggi, il messaggio del Vangelo».
Davvero monsignor Plotti non si è mai risparmiato nel rispondere ai più diversi inviti che chiedevano la sua presenza nel nostro territorio. Era il suo modo per dire il suo interesse per le persone e per le più diverse situazioni di vita e per vincere, in qualche modo, il suo carattere non troppo estroverso. Ora che monsignor Plotti è davanti al Signore nella pienezza della luce divina, sicuramente il suo motto episcopale “Misericordia tua”, echeggerà in maniera tutta nuova. All’Arcivescovo Alessandro, la nostra Chiesa pisana oggi dice il suo grazie, affidandolo con grande riconoscenza alla Misericordia del Signore”.