Abano Terme, giovedì 19 aprile 2018 – “Già nel titolo questo convegno ha voluto essere l’emblema di quanto la Chiesa avverte come urgenza nel focalizzare la propria attenzione: i giovani, la comunità e la condivisione. E’ partita da qui la riflessione conclusiva di don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana, al 40esimo convegno nazionale che si è chiuso oggi ad Abano Terme (Padova) e a cui hanno partecipato circa 600 fra direttori e operatori in rappresentanza delle circa 200 Caritas diocesane d’Italia. Perché “ciascuno dei termini che compongono il titolo – ha detto -costituisce e porta in sé una peculiare attenzione del mondo Caritas e, coordinati tra loro, costruiscono la traccia per un più ampio campo d’azione, affinché la nostra attenzione ai tempi e ai bisogni possa sempre veicolare l’aspetto della prevalente funzione pedagogica che caratterizza il nostro mandato all’interno della Chiesa, nella società e nel mondo”.
“Occorre pertanto – ha proseguito – una carità a 360°, aperta a tutti quelli che possono essere gli ambiti di lavoro prevalenti, definiti dall’orizzonte statutario: quello della carità educativa e della carità concreta, ma anche la tutela dei diritti, cioè della carità Politica, e la carità interna al fine di sviluppare anche la comunione ad intra, segno e simbolo di quella generale”.
Infine il direttore ha sottolineato che “oggi le comunità entro cui viviamo sono realtà fragili, che sempre più si sfaldano e si spopolano, che cambiano, si arricchiscono di nuove persone, spesso giovani, migrate da altri Paesi, e quindi si ricompongono e si ripensano, non senza tensioni. Mutano e quindi anche noi dobbiamo mutare con loro, senza però omologarci alle mode o alle tendenze”. Lasciandoci guidare da alcune parole trasversali: coesione, riconciliazione, inclusione e, soprattutto, ripetendo sempre l’interrogativo dell’indimenticato don Giovanni Nervo: “Le nostre presenze di carità esprimono condivisione, promozione, coinvolgimento comunitario, impegno sociale e politico, preferenza per i più poveri?”.Solo così potremo riuscire ad avere un’attenzione particolare e costante al novum, ossia al futuro auspicato-voluto e tessuto con la presenza rigenerante di Dio”. Infine l’appello: “Bisogna invece dare fiducia ai giovani, investire sulle loro idee, creare lavoro buono e bello, lottando con loro affinché qualcosa cambi”.