Due speranze da coltivare. Sono quelle che ha proposto il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli: «Da una parte – ha detto – quella che la nostra chiesa scelga insieme di osare sempre di più i percorsi della relazione e dell’incontro con i poveri dato che l’ascolto, il discernimento, l’accompagnamento e la comunione sono il cuore della vita della chiesa». Dall’altra l’auspicio che «si costruiscano politiche capaci di passare dal welfare attuale, che raccoglie redistribuisce, ad un welfare che, oltre a raccogliere e redistribuire, rigenera le risorse, facendole rendere, grazie alla responsabilizzazione legata ad un nuovo modo d’intendere i diritti e i doveri sociali». Quindi la domanda che chiude anche le conclusioni del decimo rapporto sulle povertà della Caritas di Pisa e «vale tanto per amministratori e assistenti sociali quanto per gli operatori e i volontari della Caritas: il nostro “agire” e “fare” è promozionale o assistenziale? E’ capace di accompagnare le persone che chiedono aiuto e la comunità tutta verso percorsi di autonomia e libertà dalle condizioni di povertà o fatica a rompere le logiche, pur talvolta necessarie, dell’assistenza».
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Introduzione don Emanuele Morelli rapporto povertà 2015.pdf