PISA, mercoledì 19 maggio 2021 – Da una raccolta di 234 milioni di euro del 2019 a una di 129 dell’anno successivo: -45% in dodici mesi. Nell’anno del Covid, così come registrato in Toscana dove la raccolta su rete fisica è passata da 4,9 miliardi di euro nel 2019 a 2,4 miliardi nel 2020, anche nella Zona Pisana (Comuni di Calci, Cascina, Crespina-Lorenzana, Fauglia, Orciano Pisano, Pisa, San Giuliano Terme, Vecchiano e Vicopisano) il gioco d’azzardo ha frenato bruscamente. Almeno in parte per causa di forza maggiore, dato che pure gli esercizi con slot e macchinette e le sale scommesse sono stati interessati dal lockdown e dalle altre restrizioni. Conseguentemente anche la spesa media pro capite si è quasi dimezzata passando, in un anno, da 1.143 a 638 euro a testa.
Il quadro d’insieme sull’azzardo nella Zona Pisana al tempo della pandemia è tratteggiato nel rapporto preliminare “Gaps Pisa” curato da Sabrina Molinaro, Sonia Cerrai e Simone Sacco dell’Istituto di Fisiologica Clinica del Cnr nell’ambito di Gaps-Toscana (Gambling Adult Population Survey), la rilevazione sulle prevalenze e i comportamenti di gioco d’azzardo nella popolazione adulta prevista dal Piano regionale di contrasto alle ludopatie.
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Non è la Zona Pisana, comunque, la più colpita dal fenomeno: lo spesa media pro capite dei residenti nei nove comuni, infatti, è in linea con quella media regionale (640 euro) e inferiore al dato dell’Ausl Nord Ovest (656) sottolinea il rapporto presentato nei giorni all’assemblea dei soci della Società della Salute della Zona Pisana. Nel dettaglio, i comuni in cui si spende mediamente di più per giochi “on site”, cioè quelli in cui è necessario recarsi in un esercizio pubblico, sono Vicopisano (1.011 euro pro capite), Pisa (714) e Cascina (652). Nei centri più piccoli, invece, prevalgono i giochi online, con una spesa annuale di 722 euro pro capite per Orciano Pisano, 673 per Crespina-Lorenzana e 627 per Vecchiano.
La diminuzione nella raccolta delle giocate, comunque, è meramente congiunturale, legata alle restrizioni dovute alla pandemia. Per capire, invece, se il virus ha intaccato anche il desiderio di giocare dei cittadini della Zona Pisana, segnando un’inversione di tendenza, bisognerà attendere almeno il 2021. Perché anche all’ombra della Torre si gioca eccome: lo ha fatto almeno una volta nella vita il 69% degli 843 residenti che hanno risposto al questionario dei ricercatori Cnr. E più di un terzo di essi (37%) ha giocato negli ultimi dodici mesi, un dato sostanzialmente in linea con quello regionale (38,3%) per quanto inferiore alla media nazionale rilevata nel 2017 (41,4%). Interessante l’andamento delle prevalenze di gioco nelle diverse fasce di età e tra i generi: se gli uomini mostrano prevalenze di gioco che diminuiscono al crescere della fascia di età, le donne sembrano avere accesso al gioco in età più avanzata. A Pisa e dintorni, come nel resto d’Italia, si gioca soprattutto al “Gratta e Vinci”, praticato da tre giocatori su quattro, ma anche al Superenalotto (60%), scommesse sportive (29%), slot machine (18%) e Lotto (17%).
In generale tra chi ha giocato “on site”, ossia recandosi presso luoghi fisici di gioco, la maggior parte dei giocatori (57%) lo ha fatto presso bar, tabacchi e ricevitorie. Però si gioca pure online: lo ha fatto almeno una volta nella vita il 9% degli intervistati, incidenza che scende di quattro punti percentuali se si prendono in considerazione solo gli ultimi dodici mesi. Per il 4% dei giocatori nell’anno i rivelano un comportamento di gioco a rischio moderato/severo di sviluppare una patologia.