Pisa, 28 marzo 2020 – E’ proseguito incessante anche nelle due settimane di emergenza sanitaria l’impegno della Caritas diocesana di Pisa accanto a chi fa più fatica: sono state 1.222, infatti, le persone seguite dai servizi dell’ufficio per la pastorale della Carità della Pisa nelle prima due settimane (dal 10 al 26 marzo) di emergenza sanitaria.
Hanno continuato il loro lavoro, infatti, buona parte dei servizi dell’ufficio per la Pastorale della Carità della diocesi, anche dal 10 marzo in poi, ossia successivamente al c.d. Decreto “Resto a Casa”, il primo provvedimento deciso dal Governo per limitare la diffusione del contagio da Covid 19: “Lo abbiamo fatto – spiega il direttore della Caritas don Emanuele Morelli – riorganizzando i nostri servizi nel rispetto di tutte le indicazioni delle autorità e, tenendo conto della comprensibile e significativa diminuzione significativa dei volontari”.
Nel dettaglio:
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Ha continuato a lavorare il Centro d’Ascolto cittadino di via delle Sette Volte, sia pure privilegiando i colloqui telefonici e riducendo allo stretto indispensabile quelli de visu;
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E’ rimasta aperta anche la Cittadella della Solidarietà, chiedendo agli ospiti di esaurire i punti sulla carta nel minor tempo possibile e facendo entrare non più di tre persone per volta;
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La mensa diurna del Cottolengo e quella serale di Santo Stefano Extra Moenia sono divenuti centri di distribuzione di pasti: gli ospiti ritirano il loro cestino e vanno a mangiarlo dove gli è possibile onde evitare assembramenti in spazi ristretti. Al Cottolengo continua ad essere offerto un pasto caldo composto da primo secondo, contorno, frutta, acqua e pane. In Santo Stefano, invece, si è dovuto passare al pasto freddo: qui, infatti, i piatti venivano cucinati, a rotazione, dai volontari di diverse parrocchie della diocesi e poi trasportati nella parrocchia di Porta a Lucca e distribuiti, cosa non più possibile dopo le restrizioni entrate in vigore dall’inizio di marzo;
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La storica mensa di San Francesco, invece, ha sospeso le attività per le dimensioni dei locali e l’età avanzata dei volontari.
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Sospesa anche l’attività dello sportello del microcredito e di “Mind the Gap”, il servizio dedicato alle persone alle prese con problemi di ludopatia.
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Promossi servizi di ascolto e accompagnamento per le nuove povertà che già cominciano ad emergere in conseguenza della crisi, per ora con particolare riferimento ad ambulanti e giostrai.
Quasi i tre quarti di delle persone seguite (855 pari al 70%) è sostenuto dalla Cittadella della Solidarietà, l’Emporio di generi alimentari che assicura ogni anno sostegno alimentare a circa 1.500 pisani in condizione di bisogno.
Tante anche le persone in condizione di grave marginalità che in queste prime due settimane, hanno frequentato le ex mense di Cottolengo e Santo Stefano Extra Moenia, 174 persone in tutto un dato in linea con quello dello stesso periodo del 2019 (167), nonostante la restrizioni alla libertà di movimento delle persone causa pandemia e la forzata chiusura della mensa di San Francesco (per mancanza di volontari)
Una tendenza che assume anche maggiore consistenza se si guarda ai “buoni” rilasciati dal Centro d’Ascolto di via delle Sette Volte, il cedolino necessario per accedere alle mense che consente sia ai volontari di preparare i pasti, sia agli operatori di “monitorare” le condizioni delle persone più fragile. L’intensità della richiesta, infatti, è più che raddoppiata tenendo presente che fra il 10 e il 26 marzo di un anno fa, furono rilasciati “198 buoni” mentre quest’anno si è saliti a 452, ben il 128% in più.
Intanto cominciano ad emergere nuovi profili di povertà legati alle conseguenze economiche e sociali della crisi sanitaria in atto che ha costretto ha “rallentare” la vita del Paese. I primi casi riguardano in particolare gli ambulanti (prevalentemente senegalesi) e i giostrai, gestori di giochi e attrazioni per bambini. In larga misura si tratta di persone che non frequentavano i servizi della Caritas.
Per sostenere i progetti della Caritas diocesana di Pisa:
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