Roma, martedì 14 marzo 2017 “Il modello del carcere va cambiato: e’ dispendioso e non produce sicurezza. Dobbiamo puntare a una individualizzazione del trattamento, anziche’ fornire soluzioni analoghe per situazioni diverse”. Ma questo “non e’ ancora tempo di bilanci, e’ una fase cruciale: spero che ci sia modo di lavorare alacremente alla delega sulla riforma dell’ordinamento penitenziario contenuta nel ddl sul processo penale che sara’ votato dopodomani dal Senato. E’ una riforma che arriva a 40 anni da quella precedente, pensata per un carcere del tutto differente, che non aveva fatto i conti con la droga o con la societa’ multireligiosa”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, alla presentazione del libro “Gabbie”, volume del laboratorio di scrittura dei detenuti del Don Bosco di Pisa, guidato un percorso guidato dai giornalisti pisani Antonia Casini, Michele Bulzomì e Giovanni Vannozzi.
“Laboratori del genere andrebbero aperti nel maggior numero di carceri possibile – ha sottolineato Orlando, secondo il quale “nel carcere si misura la capacita’ dello Stato di fermarsi, di non superare determinate soglie. Uno sforzo da fare non solo con i detenuti, ma da affermare come idea dello Stato liberale. Non e’ un caso che le societa’ autoritarie abbiano avuto le carceri peggiori della storia”. “Il carcere – ha aggiunto – non porta voti ne’ da’ grande popolarita’, non offre il sostegno di lobby: non c’e’ una lobby dei carcerati. Ma e’ un luogo in cui si misura lo Stato, la cifra con cui lo Stato si pone nei confronti dell’individuo”.