Pisa, domenica 24 febbraio 2019 – Giorgio Nissim era un ragioniere pisano. Gino Bartali, lo sanno tutti: il campionissimo fiorentino, epica figura di un ciclismo popolare e polveroso. Li ha uniti, almeno per un periodo forse breve decisamente intenso, la Delasem, l’associazione ebraica nata per dare assitenza ai correligionari internati in Italia durante la Seconda Guerra e con cui collaboravano fattivamente numerosi membri del clero toscano: dal cardinale Elia Dalla Costa a don Leto Casini e don Giulio Facibeni fino a padre Arturo Paoli solo per citarne alcuni. Dopo gli arresti di Raffaele Cantoni e del rabbino di Firenze Cassuto, Nissim si ritrovò di fatto a guidarne la sezione toscana di cui Gino Bartali erano uno dei principali collaboratori trasformandosi in corriere per consegnare i documenti falsi agli ebrei destinati, altrimenti, ai campi di concentramento grazie alla libertà di movimento di cui godeva per potersi allenare e alla fama che lo teneva lontano da ogni possibile. Nissim, Bartali e gli altri collaboratori dealla Delasem toscana, insieme, salvarono quasi ottocento persone.
Per tutta la vita, invece, gli uniti un carattere schivo e riservato. Alla fine della guerra Nissim tornò a fare ragioniere. E Bartali a vincere corse in biciclette. Nessuno dei due fece quasi più parola di quanto fatto fra il ’43 e il ’45. La vicenda del primo divenne di dominio pubblico solo nel 2005 dopo che la famiglià autorizzò la pubblicazione di un volume di memorie. Quella di Bartali poco prima, dopo che il figlio Andrea rese noti quei documenti che il padre non aveva mai voluto divulgare.
“Giorgio e Gino” è anche una bellissima canzone di Piero Nissim, musicista e burattinaio figlio proprio di Giorgio.
L’ha riproposta giovedì alle Officine Garibaldi in occasione della presentazione di “Ti stacco e poi ti aspetto”, l’audiolibro di Caritas Italiana dedicato a Gino Bartali.