Pisa, martedì 19 febbraio 2019 – In bacheca e alla giacca ha appeso i due Tour de France, i tre Giri d’Italia e le migliaia di altri trofei conquistati in venti anni di straordinaria carriera. Quelle altre, però, Gino Bartali non le hA mai esibite. Anzi, le ha tenute ben nascoste. Perché «il bene si fa ma non si dice e certe medaglie si appendono all’anima, non al vestito» come ripeteva spesso il campione toscano. Anche al figlio, al quale fece giurare di non far parola con nessuno di quel che aveva fatto fra il settembre ’43 e il giugno ’44. La vicenda, però, in anni recenti è divenuta di dominio pubblico al punto che nel 2013, tredici anni dopo la scomparsa di “Ginettaccio”, lo Yad Vashem, il Museo dell’Olocausto di Gerusalemme, lo ha riconosciuto “Giusto tra le nazioni”. Perchè in quei dieci mesi Bartali sfruttò la sua notorietà per trasformarsi in un correre e percorrere migliaia di chilometri per consegnare fotografie e documenti contraffatti che sarebbero serviti agli ebrei per sfuggire ai rastrellamenti dei nazisti. Era uno dei pilastri di quella rete di salvataggio guidata dal rabbino di Firenze Nathan Cassuto e dal cardinale Elia Dalla Costa. E con la sua opera, in quei mesi, contribuì al salvataggio di 800 ebrei.
La vicenda è ripercorsa in “Ti stacco e poi ti aspetto”, l’audio libro della Collana PhonoStorie di Caritas Italiana, curato da Roberto Tietto e Mite Balduzzi e sarà presentato pubblicamente mercoledi 20 febbraio alle 17.30 alle Officine Garibaldi nel corso di un incontro coordinato da Renzo Castelli e a cui interverranno, insieme agli autori, anche monsignor Antonio Cecconi, autore della post-fazione, Piero Nissim, il campione Franco Bitossi, la ciclista calcesana Matilde Bertolini e Ilario Luperini. L’iniziativa è promossa dalla Biblioteca Blog in collaborazione con Caritas Pisa, Azione Cattolica (di cui Bartali portava sempre il distintivo) e Unità Pastorale della Valgraziosa.