Pisa 16 novembre 2021 (La Nazione Pisa, 16 novembre 2021) – I numeri spesso sono aridi, soprattutto quando si riferiscono alle persone vulnerabili. Eppure leggerli e approfondirli non è mai un esercito sterile. Fino ad ottobre nei nostri servizi abbiamo incontrato 1.777 persone. E’ verosimile credere che pure nel 2021, alla fine dell’anno, supereremo di nuovo “quota due mila” un evento che nella storia della Caritas diocesana di Pisa si è verificato solo un’altra volta, esattamente alla fine del 2020, quando ci si fermo a 2.141 persone.
L’altro elemento preoccupante è la crescita delle nuove povertà: oltre un quarto (26,2%) delle persone che abbiamo incontrato in questi mesi, infatti, non si era mai rivolto alla Caritas prima dell’inizio dell’anno. Famiglie che vanno ad aggiungersi a quelle che hanno bussato alla nostra porta per la prima volta nel 2020: allora furono ben un terzo (34,4%) delle oltre due mila persone incontrate.
E’ l’effetto e l’onda lunga delle conseguenze economiche e sociali della pandemia. Per questo se davvero vogliamo combattere la povertà è necessario prendere sul serio l’invito che formulato da Papa Francesco nel messaggio per la Quinta giornata mondiale dei poveri che si è celebrata domenica 14 novembre: “E’ decisivo dar vita a processi di sviluppo in cui si valorizzano le capacità di tutti – scrive il Santo Padre – perché la complementarità delle competenze e la diversità dei ruoli porti a una risorsa comune di partecipazione”. Sotto questo punto di vista il passaggio da misure di carattere assistenziale e misure di tipo generativo è ineludibile ed emerge con chiarezza anche dall’esperienza dei nostri servizi. Ne va, infatti, anche della sostenibilità dell’attuale stato sociale: se i nuovi poveri generati dalla pandemia diventano assistiti che vanno a sommarsi a quelli che c’erano prima il costo sociale rischia di diventare insostenibile
don Emanuele Morelli
direttore Caritas diocesana di Pisa