«Pescia è la terra dei fiori, un giardino che dobbiamo accudire e rendere rigoglioso, una cura speciale va però a chi è rimasto senza lavoro o non riesce a trovarlo, alle famiglie in sofferenza, ai giovani che bisogna aiutare a scoprire i valori di solidarietà e pace». Monsignor Roberto Filippini ha dedicato la sua prima messa, come nuova guida pastorale della diocesi pesciatina, a chi è costretto da una condizione precaria e subisce una quotidiana difficoltà. Un saluto affettuoso e premuroso quello del vescovo che ha espresso il desiderio di arrivare ai cuori dei cittadini.
«Quando le damigelle d’onore mi hanno offerto la chiave della città – ha esordito Filippini – mi sono augurato che fosse la chiave di tutti i vostri cuori». Le speranze di monsignori Filippini saranno certamente ripagate. Già domenica erano migliaia i fedeli che hanno accolto l’ex cappellano del “Don Bosco” alla Porta Fiorentina, e che lo hanno accompagnato in cattedrale gremita di credenti e devoti. La processione ha coinvolto l’intera città, che gridando “Ciao Roberto!” ha dato il suo benvenuto informale al vescovo che sin da subito ha manifestato il suo animo caritatevole. «Voglio essere prima di tutto un leale cittadino – ha concluso Filippini – che intende impegnarsi e dare un contributo per il bene comune». Ad accogliere la nuova guida pastorale c’erano anche il sindaco di Pescia Oreste Giurlani e il prefetto di Pistoia Angelo Ciuni.