Pisa, 28 ottobre 2020 – Molto più di una frenata. L’immigrazione a Pisa è ferma praticamente ormai da un quinquennio. Sono 43.115, infatti, gli stranieri residenti nel territorio provinciale alla fine del 2019, appena l’1,1% in più rispetto all’anno precedente e in aumento del 6,3% in confronto al 2015. Quasi un’inezia se si considera che solo dal 2012 al 2013 l’incremento era stato di oltre dodici punti percentuali. Eppure l’incidenza sulla popolazione continua ad aumentare: oggi, infatti, è di origine immigrata circa un pisano su dieci (10,2%), dieci anni fa si superava a malapena il 6%.
L’apparente contraddizione, che si riscontra peraltro anche a livello regionale e nazionale, è stata spiegata mercoledì a Pisa, nel corso della presentazione regionale del Dossier Statistico Immigrazione 2020, il volume edito alla Idos e giunto all 30esima edizione, che ogni offre una fotografia dettagliata e aggiornata sulla presenza straniera in Italia. Una presentazione da remoto, causa le regole imposte dalla pandemia, e a cui, oltre ai redattori toscani del rapporto Francesco Paletti e Federico Russo, sono intervenuti anche l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, il pastore della Chiesa Valdese di Pisa Daniele Bouchard, il professor Fabio Berti dell’Università di Siena, il segretario regionale della Cgil Maurizio Brotini e Fabio Caporali e Svetlana Moraru autori di “Il viaggio di una colf”, edito da Ets. “In Toscana e in Italia, ma anche a Pisa, la popolazione straniera ha continuato ad aumentare, sia pure in modo impercettibile, mentre quella italiana è rimasta sostanzialmente ferma” è stato spiegato. Tanto che, solo con riferimento al territorio provinciale, fra il 2015 e il 2019 la popolazione residente è rimasta stabile (0,3%) solo per effetto del contributo degli immigrati (+6,3%) dato che la compente italiana è diminuita (-0,3%).
Nonostante ciò Pisa, rimane una delle principali aree d’immigrazione Toscana, la terza in valore assoluto, subito dopo Firenze e Prato. Il quadro cambia, però, se si guarda all’incidenza percentuale: in questo caso, infatti, scivola al sesto posto con il 10,2% (dietro anche a Siena, Arezzo e Grosseto e alla pari con Pistoia) e l’incidenza si abbassa ulteriormente al 9,2% se si prendono in considerazione solo i comuni della diocesi che si estende anche all’Alta Versilia e include anche Barga ma non comprende il comprensorio del Cuoio, l’Alta Val di Cecina e una parte della Valdera.
L’incidenza complessiva, però, è frutto di un andamento tutt’altro che omogeneo nel territorio. A livello diocesano la percentuale più elevata la fa segnare Pontedera (15,5%), subito seguita da Pisa e dal piccolo centro di Riparbella (entrambi 14,3%), gli unici tre comuni che si collocano al di sopra sia della media regionale (11,3%) che di quella provinciale (10,2%). Molto più distanti gli altri, con quattro comuni fra il 7 e il 9% (Barga, Santa Luce, Cecina e Cascina) e il grosso (14) che si colloca fra il 5 e il 7% (Calcinaia, Castellina Marittima, Orciano Pisano, San Giuliano Terme, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Fauglia, Bientina, Buti, Vicopisano, Stazzema, Crespina-Lorenzana, Seravezza e Collesalvetti). Più staccato Calci (3,9%). Se si amplia l’osservazione fino a comprendere tutta la provincia di Pisa, invece, sono nove i comuni che si collocano al di sopra della media: un caso quasi unico è quello di Santa Croce sull’Arno dove gli stranieri sono quasi un quarto dei residenti (23,1%), ma incidenze molto elevate si riscontrano anche nei piccoli di Castelnuovo Valdicecina (19,3) e Monteverdi Marittimo (18,4), piccoli centri in via di spopolamento, almeno in parte rivitalizzati dalle famiglie migranti. Seguono Castelfranco di Sotto (14,9), Pomarance (11,6) e Ponsacco (10,4). Oltre, ovviamente, a Pontedera, Pisa e Riparbella.
Le aree e i Paesi di provenienza. La “geografia” delle aree di provenienza degli stranieri residenti nel territorio provinciale conserva una ben più marcata impronta africana rispetto alla media regionale. Gli immigrati provenienti da questo continente, infatti, sono quarto (25,5%) del totale mentre a in Toscana si fermano al 17,8%. In particolare sono gli immigrati provenienti dall’Africa Occidentale a far segnare un’incidenza nettamente superiore alla media regionale (14,0 contro 6,4%) in conseguenza soprattutto del forte e consolidato radicamento nel territorio pisano della comunità senegalese: in tutto sono 4.447, pari a oltre un terzo (34,8%) di tutti i senegalesi residenti in Toscana.
In generale, comunque, “l’immigrazione pisana” rimane prevalentemente europea (52,3% di tutti gli stranieri residenti), oltre la metà dei quali (25,5%) originari dell’Europa Centro-Orientale. Il 17,8% arriva dall’Asia e il 4,4 dall’America.
Le comunità più numerose sono: Albania (8.358 residenti, 19,4% del totale), Romania (6.483; 17,8%), Senegal (4.447; 14,0%), Marocco (3.587; 8,3%), Filippine (2.043; 4,7%), Cina (1.581; 3,7%), Ucraina (1.392; 3,2%), Polonia (999; 2,3%), Bangladesh (979; 2,3%) e Macedonia (919; 2,1%).