Una vita e una carriera dedicate alla giustizia. Giancarlo Caselli, magistrato impegnato dagli anni ’70 nella lotta alla criminalità, è stato uno dei maggiori esponenti del contrasto alla malavita e al terrorismo. Dall’attacco alle brigate rosse agli anni di Palermo dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino, dalle recenti inchieste sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta a Torino fino al movimento “no Tav”: Caselli ha affrontato le sfide più difficili sostenute dalla giustizia italiana. Sfide raccontate nel volume scritto in collaborazione con il giornalista de “Il Tirreno”, Mario Lancisi, “Nient’altro che la verità. La mia vita per la giustizia, fra misteri, calunnie e impunità”.
“In tutti questi anni di professione ho compreso che la violenza non ha mai reso una soluzione ai problemi del mondo – ha commentato il magistrato – la violenza, al contrario, ne aggiunge di ulteriori: è solamente una minaccia alla democrazia”. Durante la presentazione del volume, a Palazzo dei Dodici, a Caselli è stato consegnato il premio torre d’argento, onorificenza cittadina istituita dall’amministrazione comunale per segnalare all’opinione pubblica persone che con la loro opera hanno contribuito a dare lustro a Pisa.
«Gian Carlo Caselli è stato, e continua ad essere, testimone e protagonista della storia italiana degli ultimi quaranta anni – ha detto il Sindaco Marco Filippeschi – la sua vita è sempre stata improntata alla difesa della legalità e della democrazia. Su questi valori e temi la nostra città ha investito ed investe molto. Per questo legame profondo ed il comune sentire sui temi della legalità e della democrazia, la comunità pisana vede in Gian Carlo Caselli una figura di riferimento insieme ad altri servitori dello stato come Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, un esempio per i giovani e per l’intera società.”