Pisa, 24 maggio 2016 – Imprenditori, medici, ingegneri. Poi ancora avvocati, politici e industriali. Sono gli immigrati che contribuiscono allo sviluppo economico del nostro Paese e che sfatano il mito dello straniero disagiato. Non solo profughi e badanti, ma anche uomini e donne di successo che il giornalista Jacopo Storni ha raccontato nel suo libro “L’Italia siamo noi” (edito da Castelvecchi e in uscita il prossimo 26 maggio).
Una raccolta di testimonianze e di storie che parla di persone riuscite a inserirsi in Italia e a costruirsi posizioni autorevoli. Un’altra faccia dell’immigrazione, quindi, che Storni offre al lettore tramite l’esperienza di vita di 14 stranieri affermatisi in diversi campi lavorativi: Fuad, il primario somalo dell’ospedale; Otto, il finanziere camerunense; Halyna, da badante a imprenditrice; Francesco, il poliziotto nero; Liliam, bambina di strada diventata cake designer; Toni, l’assessore nigeriano; Nelu, da schiavo del mattone a imprenditore edile; Jean Jacques, il prete africano; Molid, dal barcone al Novotel; Romano, il soldato eritreo col tricolore sul petto.
“Finché continueremo a raccontare gli immigrati soltanto come profughi, poveracci, schiavi, badanti e delinquenti, gli immigrati resteranno sempre e soltanto profughi, poveracci, schiavi, badanti e delinquenti – afferma l’autore, il giornalista Jacopo Storni -. Ho scritto questo libro per contribuire a ribaltare lo stereotipo sugli immigrati che vivono nel nostro Paese, per raccontare quelle storie di cui quasi nessuno parla, per tentare di ragionare sull’immigrazione con una prospettiva diversa.