Lunedi 21 marzo giornata mondiale sulla sindrome di Down. A Pisa Aipd organizza due giorni di sensibilizzazione e riflessione

Pisa, domenica 20 marzo 2016 – Due giorni di festa con l’Associazione italiana persona down (Aipd) di Pisa. In occasione dell’undicesima edizione della Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, in programma proprio lunedì, è stato organizzato un doppio appuntamento di sensibilizzazione e riflessione: oggi, domenica 20 marzo,  dalle ore 12, si svolgerà il primo torneo misto di calcio a 5 presso le strutture del Cus Pisa di via Chiarugi. Venti squadre, poco meno di duecento persone che con entusiasmo e un pizzico di agonismo si confronteranno in campo dopo la presentazione ufficiale della Giornata e delle squadre da parte del presidenteAipd Pisa Michael Schinella con interventi dell’assessore al sociale del Comune di Pisa Sandra Capuzzi e di quello allo sport Salvatore Sanzo. La premiazione finale dei primi tre classificati sarà una festa per tutti i partecipanti che riceveranno una maglietta in regalo e la possibilità di rifocillarsi con un buffet preparato dalle famiglie Aipd.

GiornataMondialeSindromeDown

 

Lunedì, invece, alle ore 18.30, presso il cinema Arsenale di vicolo Scaramucci verrà proiettato il film documentario «Futuro Presente. Storie di vita quotidiana tra integrazione e autonomia di persone con Sindrome di Down. «Futuro Presente» racconta con delicatezza e obiettività i sogni e la quotidianità, mettendo in luce risorse e difficoltà con cui ogni persona conSindrome di Down si confronta ognigiorno. A seguire è previsto un momento di scambio e discussione (ingresso libero). L’obiettivo delle due giornate è riflettere sul tema dell’inclusione che non può prescindere da una trasformazione culturale. “È cruciale – afferma Aipd Pisa – lavorare su questo cambiamento con la stessa cura e determinazione con cui ci si dedica alla difesa dei diritti, alle leggi, alla ricerca, ai programmi di riabilitazione, ai percorsi di autonomia. Non è possibile fare inclusione solo attraverso leggi e decreti perché saranno spesso ignorati, applicati erroneamente e mal interpretati. L’inclusione deve prima essere coltivata nella testa e nei comportamenti delle persone: questa è la vera sfida culturale. Pensiamo che non sia sufficiente inserire dei bambini o dei ragazzi con sindrome di Down in una scuola per fare inclusione. Così come non è sufficiente inserire un ragazzo in un contestolavorativo se l’ambiente non è pronto e preparato ad accoglierlo. Pensiamoc che sia necessario preparare l’ambiente e la società che li circonda dal punto di vista culturale. Solo quando la disabilità sarà percepita come una delle sfaccettature della diversità umana, una manifestazione naturale e legittima della diversità, si potrà davvero fare inclusione”.