“Si è appena celebrata la Giornata Nazionale delle Persone con sindrome di Down e lo slogan della giornata recita “un futuro più indipendente è un futuro possibile”. Ma per concepire il futuro abbiamo bisogno di costruire nel presente: invece abbiamo appena appreso dai media che nell’ultimo numero di Charlie Hebdo nella vignetta di copertina è stata utilizzata la sindrome di Down per offendere un avversario politico’‘. Comincia così la nota firmata di Michael Schinella, presidente dell’associazione Italiana persone Down di Pisa che ha parla anche a nome delle 65 famiglie che ne fanno parte: “Ci uniamo alla mamma francese che ha risposto al giornale satirico: “Mia figlia è nata con la sindrome di Down e da allora mi batto perché la sua condizione smetta di essere un insulto da cortile di scuola”. Sosteniamo la libertà di espressione e vogliamo continuare, in particolar modo, a diffondere una cultura della diversità, far conoscere le reali potenzialità delle persone con sindrome di Down e far capire che un cromosoma in più può essere una risorsa e non qualcosa di cui aver paura. Questo episodio ci porta a riflettere su quanto siamo chiamati a fare affinchè gli stereotipi che ancora esistono intorno a queste persone siano resi nulli dalle numerose esperienze concrete e positive di inclusione”.
Il riferimento è alla vignetta che il settimanale satirico francese dedica all’eurodeputata Nadine Morano che in tv aveva affermato: “La Francia è un Paese giudaico-cristiano, lo diceva De Gaulle, di razza bianca, che accoglie delle persone straniere. Voglio che la Francia resti la Francia, non diventi musulmana”. Charlie Hebdo ha voluto stigmatizzare questa posizione con un titolo di copertina, “Morano, la figlia down nascosta di De Gaulle”, alludendo malamente al fatto che il generale ha avuto davvero una figlia affetta dalla sindrome di Down, anche se non l’hai mai nascosta (morì all’età di 20 anni).