Pisa 20 luglio 2016 – «Il riciclo della carta e l’attenzione a non sprecare un bene prezioso come l’acqua, ma anche non cucinare in eccesso e non buttare via il cibo non consumato, fare attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti e la riciclo dei prodotti, a ridurre l’uso del materiale plastico, fino a piantare alberi e spegnere le luci inutili». Gesti quotidiani alla portata di chiunque “sgranati” quasi come una sorta di rosario della “conversione ecologica” a misura di tutti. E’ partito da qui padre Giuseppe Riggio, gesuita e caporedattore della rivista “Aggiornamenti Sociali”, per raccontare significato e portata della “Laudato Si”, l’enciclica di Papa Francesco che, secondo gli inglesi del “Guardian”, sarebbe addirittura «il più sorpredente documento papale degli ultimi cento anni». E a cui le Acli di Pisa hanno dedicato la tavola rotonda di sabato 16 luglio nell’ambito della festa provinciale ospitata nella bella cornice dell‘ex convento dei Cappuccini di San Giusto e a cui sono intervenuti anche Alfonso Iacono, professore di storia della filosofia all’università di Pisa, e Mauro Montalbetti, presidente di Ipsia, l’Ong promossa a livello nazionale dall’associazione dei lavoratori cristiani.
E’ partito dall’elenco che si fanno strada nella quotidianità del nostro tempo padre Riggio, «tutti esplicitamente menzionati e commentati nell’enciclica», per andare al cuore del significato più profondo della “Laudato Sì”e della logica di quell’ecologia integrale che Bergoglio contrappone al paradigma tecnocratico: «Sono tutti atti attraverso cui, per usare proprio le parole del pontefice, un’ostinata resistenza di ciò che è autentico si fa strada nella quotidianità dato che un’ecologia integrale è fatta anche di semplici gesti quotidiani con i quali la logica della violenza, dello sfruttamento e dell’egoismo, sovvertendo un’ordine che si caratterizza per la sua iniquità e ingiustizia».
Riflessioni che sono risuonate anche nell’intervento del professor Iacono che si è soffermato sulla «possibilità che un documento come la “Laudato Si”, possa divenire spazio e terreno di convergenza fra sensibilità e cultura diverse che abitano ancora le nostre società, nonostante le crescita delle chiusure e della violenza, e che faticano a trovare altri punti di riferimento che mettano al centro la solidarietà fra i popoli e il rispetto dell’ambiente». E da qui è partito anche il presidente di Ipsia Montalbetti per evidenziare il rovescio della medaglia dell’encliclica e, soprattutto, dell’accoglienza che ha ricevuto: «Quasi tutti hanno sottolineato la connotazione fortemente politica e ispirata in senso cristiano dell’enciclica, un dato di fatto e probabilmente anche una scelta voluta dal Santo Padre, visto che il documento è stato reso pubblico poco prima della conferenza internazionale sul clima di Parigi – ha detto -. Una sottolineatura che, però, evidenzia il vuoto di politica, intesa come pensiero e pratica volta alla custodia e alla valorizzazione del bene comune, e anche di leadership in un tempo che, invece, ne avrebbe estremo bisogno come raccontano anche gli eventi tragici di questi giorni: dalla tragedia dei treni in Puglia all’attentato di Nizza fino al fallito colpo di Stato in Turchia e alle sue conseguenze». (fp)