Pisa, sabato 1 marzo 2019 – Di cosa ha bisogno l’Europa per rigenerarsi e quale contributo può arrivare dai cristiani per essere lievito nella massa della comune casa europea? “Organizzare lentamente la prossimità in comunità”. Lo dice con una citazione don Rocco D’Ambrosio, ordinario di filosofia politica alla Pontificia Università Gregoriana, chiamato ad inaugurare, lunedi 25 febbraio, l’edizione 2019 della scuola popolare del centro studi iCappuccini, un ciclo d’incontri dedicati al tema dell’Europa.. Cita Mounier e il “Trattato sul carattere”, il sacerdote pugliese per spiegare il ruolo che anche le comunità cristiane sono chiamate a giocare per arginare la crisi culturale che sembra aver piegato il vecchio continente. “Perchè – ha spiegato – ci sono da ritessere legami comunitari che passano necessariamente da rapporti di prossimità e vicinanza, processi che necessitano per forza di tempi assai più lunghi per essere assimilati di quelli economici o anche politiche”
L’analisi, invece, è quella di Papa Francesco in occasione del conferimento del Premio Carlo Magno. Che racconta di “un’Europa tentata di voler assicurare e dominare spazi più che generare processi di inclusione e trasformazione, un’Europa che si va “trincerando” invece di privilegiare azioni che promuovano nuovi dinamismi nella società: dinamismi capaci di coinvolgere e mettere in movimento tutti gli attori, sociali (gruppi e persone) nella ricerca di nuove soluzioni ai problemi attuali, che portino frutto in importanti avvenimenti storici: un Europa che lungi dal proteggere spazi, si renda madre generatrice di processi”
La presentazione del professor Rocco D’Ambrosio.
La presentazione del professor Rocco D'Ambrosio (1.6 MiB)
A guidare direttamente al cuore dei problemi aperti, invece, ha provveduto Federico Russo, docente di scienza politica all’Università del Salento. Con un viaggio partito dal “sogno di Ventotene”, il manifesto “per un Europa Libera e Unita” scritto nel ’41 dagli esuli Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, e arrivato fino all’attuale ascesa dell’euroscetticismo. Come è potuto accadere? “Perchè la costruzione dell’Ue è stato un’operazione d’élite – ha spiegato Russo – mentre a livello popolare si è passati da un “consenso permissivo” al “dissenso vincolante” e lo spartiacque è stato l’unione politica di Maastricht mentre il motore è la paura di perdere l’identità nazionale e l’idea che le istituzioni europee privilegino l’interesse di altri Paesi”. In Italia, nello specifico il discrimine è stata la crisi del debito del 2011: “Le misure di austerità sono state percepite come “richieste dall’Ue” e sono costate molto caro all’Unione in termini di consenso popolare e la crisi migratoria del 2014-15, con la scarsa solidarietà europea, ha dato il colpo di grazia”. Eppure non nulla è irreversibile se è vero che i dati di Eurobarometro, nel 2017, hanno fatto segnare una ripresa del consenso sull’Europa. Un buon auspicio in vista delle imminenti elezioni al Parlamento Europeo? “Potrebbe anche esserlo, se non fosse per il fatto che le votazioni europee non si sono mai giocate su temi che riguardano la politica del Vecchio Continente”
La presentazione del professor Federico Russo
FedericoRusso (1.3 MiB)
Il ciclo d’incontri è promosso da Centro Studi ICAPPUCCINI, Acli Provinciali di Pisa, Nucleo Acli Carlo Ciucci, Aforisma, Alzaia, Azione Cattolica Diocesana Pisa, Bilanci di Giustizia, Caritas Diocesana, Chiesa Universitaria di San Frediano, ChiodoFisso, CittadinanzAttiva, Fondazione Toniolo, Grusf, Il Cammino, Il Simbolo, Iris, Libera, Movimento dei Focolari, MPPU, Odes, Ora legale, Pastorale Sociale del Lavoro.