Accoglienza migranti e politiche sociali: a coltivare gli antichi orti toscani abbandonati saranno i 28 profughi ospitati dal territorio pisano. La proposta, presentata dall’associazione “Ortipisani”, coinvolge gli esuli nella rigenerazione di oltre 1500 metri quadrati di terreno incolto nella zona di San Giuliano Terme. L’area sarà trasformata in un vivaio che produrrà ortaggi e frutta a vantaggio della produzione locale e della collettività.
Protagonisti saranno gli ospiti delle strutture di San Martino Ulmiano, di San Giuliano Terme e di Cascine Nuove, interessati dal progetto voluto dall’amministrazione sangiulianese in collaborazione con l’associazione “Arnera”, Società della salute e “Ortipisani”.
“L’orto toscano” si inserisce in un programma più ampio pensato dall’associazione, nato con “Il gusto dell’accoglienza” che ha l’obiettivo di inserire i profughi nei percorsi di cibo di qualità. “Associazioni e istituzioni si sono incontrate nella solidarietà e nell’accoglienza – afferma il presidente di Ortipisani, Giuliano Meini – abbiamo aperto una piccola strada verso un’economia più solida (e sicuramente più solidale, ndr)”.