Pisa, (da La Nazione Pisa di martedì 20 luglio) – Via Corta, 2. Proprio accanto alla Curia Arcivescovile e a due passi da Piazza dei Miracoli. E’ lì, nel breve tratto di strada che collega Piazza dell’Arcivescovado a via Maffi e che è intitolata all’ex arcivescovo Ugo Camozzo, che entro la fine della settimana aprirà il nuovo centro d’ascolto della Caritas. «Una sede provvisoria in attesa che siano completati i lavori all’ex Opera Cardinale Maffi, in via Garibaldi 33, ma di cui avevano necessità dato che in questi mesi di pandemia il numero di persone che si è rivolta alle nostre strutture è cresciuto in modo esponenziale e le richieste che ci vengono formulate non sono più solo legate ai bisogni primari, quali mangiare, lavarsi e dormire, ma anche a percorsi di accompagnamento che prevedano risposte personalizzate» spiega il direttore, don Emanuele Morelli. Accompagnamento, infatti, è proprio la parola chiave per comprendere il ruolo del nuovo sportello nella geografia dei servizi della Caritas di Pisa: «Il primo accesso a tutti i nostri servizi continuerà ad avvenire attraverso il centro d’ascolto diocesano, che si trova in via delle Sette Volte – continua il direttore –: qui, invece, si accederà solo su appuntamento e si lavorerà soprattutto sulla costruzione di progetti personalizzati in rete con gli altri soggetti, pubblici e non, del territorio: dagli interventi di sostegno abitativo alle azioni di aiuto economico, lavorativo e sociale. Ci sarà un operatore dedicato, quattro ragazzi in servizio civile e diversi volontari e, ovviamente, saranno anche a disposizione delle caritas parrocchiali e di unità pastorale di tutta la diocesi».
La pandemia d’altronde ha lasciato il segno anche nel territorio pisano. Non solo sul piano sanitario ma anche sotto il profilo economico e sociale. I numeri raccolti dalla Caritas nel 2020 al riguardo sono emblematici: oltre duemila persone incontrate e assistite in tutto il 2020. Ben 1.909 dal 1° gennaio al 10 novembre, circa un quarto in più (25,7%) delle 1.519 che si sono rivolte ai servizi dell’ufficio diocesano per la pastorale della carità nello stesso periodo del 2019 (nella foto un momento della mensa). «Numeri che nella diocesi di Pisa non abbiamo mai raggiunto, almeno da quando, ormai quindici anni fa, abbiamo cominciato a rilevare in modo analitico i dati dei nostri servizi» dice don Morelli. A preoccupare, in particolare, è la crescita delle nuova povertà, ossia delle persone che si sono rivolte per la prima volta ai servizi dell’ufficio per la pastorale della carità della chiesa pisana dopo il lockdown del 9 marzo 2020: si tratta di 630 persone, oltre un terzo (35,78%) di tutte quelle incontrate. «A queste, peraltro, andrebbero sommate anche le cosiddette «povertà di ritorno» che riguardano i soggetti tornati a bussare alla nostra porta in occasione della pandemia dopo almeno un paio d’anni d’assenza – hanno sottolineato i ricercatori dell’Osservatorio sulle povertà della Caritas di Pisa –: 320 persone in tutto. Se si sommano a quelle che si sono rivolte a noi per la prima volta dopo il lockdown, arriviamo a 1.006 persone, oltre la metà (52,5%) di tutte quelle che seguiamo».