Pisa, martedi 21 febbraio 2017 – 1.338 fino al dicembre scorso, il 6,5% in più rispetto ai 1.258 del 2015 e soprattutto un incremento di oltre un terzo (+35%) in confronto ai 992 del giugno dello stesso anno. Continuano ad aumentare le persone che si rivolgono alla Cittadella della Solidarietà, l’emporio di generi alimentari e di prima necessità per famiglie in difficoltà realizzato dalla Chiesa pisana nei locali della parrocchia di San Ranieri al Cep un tempo occupati dall’ex cinema dei salesiani “20+1”.
Numeri che raccontano di situazioni di bisogno, anche alimentare, crescenti, confermate dall’analisi dei primi dati riferiti al 2016 e che sottolineano una condizione di particolare vulnerabilità da parte dei minori: delle 1.338 persone seguite, infatti, 464 sono “under 18”, praticamente più di una su tre (34,7%), un dato in crescita rispetto al 2015 (+13%) quando si fermarono a 412. «Più o meno il 60% di essi ha meno di dieci anni – racconta il direttore della Caritas don Emanuele Morelli -: sono bimbi che crescono in famiglie pisane in difficoltà e che devono fare i conti con i disagi dei loro genitori. I nostri servizi non dovrebbero servire a nascondere ma a far emergere le povertà più difficili da incontrare e vedere, affinché una maggiore consapevolezza di tutti ci aiuti ad essere comunità che accoglie, integra e promuove cittadinanza piena: per questo pesto promuoveremo un tavolo sull’inclusione sociale, chiedendo l’aiuto e il sostegno delle forze più belle e significative della chiesa e della società civile pisana».
Complessivamente il 53,5% delle persone seguite è donna e il 46,5% uomo. Gli stranieri, invece, sono il 63,6% e gli italiani il 36,4%. Tutti loro hanno beneficiato degli oltre 139mila chili di alimenti e generi di prima necessità distribuiti nel 2016 (più o meno la stessa cifra – +1% – rispetto all’anno precedente): soprattutto latticini (13mila chili), pasta (19mila) e zucchero e prodotti per la colazione (13mila). Complessivamente si stima che siano stati distribuiti beni per un valore di circa 644mila euro. A cui, per completezza, andrebbe sommato anche i 33.869 (dato 2015) pasti consumati nelle tre mense cittadine (Cottolengo, San Francesco e Santo Stefano Extra Moenia) per un valore economico stimato in 169mila euro e quello dei pacchi spesa distribuiti (88 mila euro). La somma fa circa 800mila euro di alimenti e generi di prima necessità messi a disposizione di chi fa più fatica, in parte acquistati ma in larga misura provenienti da raccolte e donazioni.
Ad interventi di questo tipo da adesso potranno essere applicate le nuove opportunità assicurate dalla c.d. “legge antispreco” (l.116/2016). All’argomento mercoledi 22 febbraio alle 18, nella sala conferenze della Banca di Pisa e Fornacette (Lungarno Pacinotti, 7) Caritas e Rotary Club Pisa dedicheranno una tavola rotonda, coordinata dal responsabile della redazione de La Nazione Pisa Tommaso Strambi e introdotta dal presidente del Rotary Club Pisa Gianluca De Felice. Dopo i saluti istituzionali dell’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, del sindaco di Pisa Marco Filippeschi e del rappresentante della Banca di Pisa e Fornacette Enrico Bonari, interverranno Monica Tola di Caritas Italiana, don Emanuele Morelli, direttore della Caritas diocesana di Pisa e Alberto Marchesi, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Pisa. Le conclusioni, invece, saranno di Leonardo Carrai, presidente dell’Associazione “Banco Alimentare” della Toscana. «Sullo spreco alimentare il nostro legislatore ha fatto una scelta diversa rispetto alla Francia – spiega De Felice -: da noi, infatti, a differenza del Paese transalpino dove si è preferito punire chi non cede gratuitamente le eccedenze alimentari, in Italia si è voluto premiare chi se ne occupa con benefici fiscali. Oltre a questo aspetto la norma prevede un fondo, presso il ministero dell’Agricoltura, con dotazione di tre milioni di euro nei tre anni 2016, 2017, 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi volti a ridurre gli sprechi (es. nel tentativo di migliorare la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili per il “Doggy Bag”). E’ compito del Rotary Club Pisa – conclude – impegnarsi sul fronte della sensibilizzazione al problema ma anche nel tentativo di aiutare alla creazione di un tavolo di confronto tra il mondo no-profit, dedicato alla distribuzione alimentare, e il mondo profit che si occupa della produzione e distribuzione. Un recente dato, più volte emerso sulla stampa nazionale mette in evidenza che se i pubblici esercizi italiani mettessero a disposizione le eccedenze con una media di venti pasti al giorno si potrebbe distribuire addirittura sette milioni di pasti quotidianamente».