Cascina, venerdì 20 aprile 2018 – Centosessantanove da Pisa, 69 da Cascina, 45 da San Giuliano Terme, 10 da Vicopisano e Vecchiano, 8 da Calci, 3 dal comune di Crespina/Lorenzana e due da Fauglia. In tutto sono state 316 le famiglie della Zona Pisana che, in un anno (da 1 marzo 2017 al 28 febbraio scorso) hanno beneficiato di “Pronto Badante”, il numero verde gratuito (800.593388) che porta i servizi direttamente in casa dei nuclei familiari alle prese con un’improvvisa situazione di fragilità di un componente anziano, inclusa la possibilità di ottenere un contributo economico fino ad un massimo di trecento euro per coprire le prime trenta ora di assistenza da parte di una badante ai nuclei che ne segnalano la necessità.
Lo dicono i numeri, il progetto, almeno a Pisa e dintorni funziona, tanto che la Regione lo ha già rifinanziato e i cittadini continuano a chiamare: dal primo marzo al 17 aprile sono già arrivate 43 richieste. Accedervi è semplice: basta telefonare al numero verde (attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 19.30 e il sabato dalle 8 alle 15) e aspettare. Al massimo nell’arco di un paio di giorni il centro direzionale della Zona Pisana, che ha sede nei locali della Misericordia di Navacchio ed è gestito dalla stessa associazione in collaborazione con la cooperativa Paim e il consorzio Cori di Firenze (e il supporto della rete delle Misericordie della Zona Pisana), chiama il nucleo familiare e fissa la prima visita domiciliare. A patto, però, di avere in famiglia un anziano convivente con almeno 65 anni, essere residenti nella Zona Pisana (comuni di Pisa, Cascina Crespina-Lorenza, Fauglia, Orciano Pisano, Vecchiano, San Giuliano Terme e Vicopisano) e non avere già usufruito del di “Pronto Badante” nel 2018, né essere coinvolti un progetto di assistenza personalizzato da parte della SdS.
Il servizio ha consentito d’intercettare e accompagnare proprio gli anziani più fragili: oltre i 4/5 (84%) dei 316 interventi effettuati, infatti, ha riguardato famiglie con persone ultrasettantacinquenni e, di essi, il 47% ha interessato nuclei con i cosiddetti “grandi anziani” (“over 84”). Il contributo di 300 euro è stato versato nell’81% dei casi: 146 volte (su 258) è stato utilizzato per retribuire una lavoratrice di cura, tutte persone con significative precedenti esperienze professionali nel settore e, spesso, anche attestati di formazione. Le altre volte, invece, l’aiuto economico è andato ad un familiare dato che il progetto permette pure che a prestare assistenza sia un membro della famiglia ad eccezione di quelli di primo grado (figli, genitori, suoceri e figli del coniuge). Tanti anche gli interventi di orientamento ai servizi presenti sul territorio (64) e, purtroppo, anche le situazioni di presenza di barriere architettoniche nell’accesso all’abitazione o al suo interno (97).