Firenze, 22 gennaio 2021 – Sono 19.310 le persone che si sono rivolte ai servizi delle Caritas toscane per chiedere in varie forme aiuti alimentari, economici, sostegni educativi o altro nei primi nove mesi del 2020, circa i quattro quinti (83,5%) delle 23.139 incontrate in tutto il 2019 e il 33,7% di essi – uno su tre, corrispondenti a 6.563 nuclei - riguarda famiglie che non si erano mai rivolte ad un Centro d’Ascolto prima del 10 marzo 2020, data del primo lockdown.
Anche se il ritmo d’incremento restasse costante sino a fine 2020 (ed è lecito supporre che in realtà sia aumentato in conseguenza delle nuove restrizioni), a fine dicembre si arriverebbe a oltre 8.500 nuclei che si sono rivolti per la prima volta ai servizi degli uffici pastorali della diocesi Toscane, quasi tutti successivamente al 10 marzo.
Un monitoraggio effettuato dalla Caritas permette anche di capire chi siano questi ‘nuovi poveri’. Secondo il questionario una significativa richiesta di aiuto è arrivata da parte di disoccupati che erano già senza lavoro prima della pandemia ma che, magari, riuscivano a sopravvivere grazie al sostegno dei congiunti (i genitori piuttosto che il coniuge o i fratelli), adesso anch’essi ritrovatisi in una situazione di difficoltà economica. Ma soprattutto sono entrati nella fascia di povertà lavoratori della cosiddetta “area grigia”, un po’ borderline fra il precariato e il sommerso e ancora lavoratori autonomi costretti a fermarsi causa lockdown e dipendenti che non avevano ancora percepito la Cassa Integrazione Guadagni (Cig) o l’avevano ricevuta con notevole ritardo.
Slide Presentazione Rapporto Povertà Caritas 2020 (2.1 MiB)