Pisa, venerdi 10 marzo 2017 – Obiettori di coscienza e giovani in servizio civile. 369 i primi, dal 1979 fino al luglio 2005, momento in cui è stato abolito il servizio militare obbligatorio e, conseguentemente, anche l’obiezione di coscienza; 115 i secondi. In tutto fanno 484 ragazze e ragazzi che, in 38 anni, hanno prestato il loro servizio civile in uno dei servizi della Caritas diocesana di Pisa o di realtà ad essa collegate: dai centri d’ascolto alle mense per i poveri, passando per le comunità di recupero per tossicodipendenti e i centri per minori in difficoltà. A tutti loro è rivolto l’appuntamento di sabato 11 marzo a Calci, in occasione della celebrazione di San Massimiliano, primo martire per obiezione di coscienza, promosso dalla Caritas diocesana e dall’Unità Pastorale della Val Graziosa.
L’appuntamento è alla Pieve dei Santi Giovanni ed Ermolao, la chiesa principale di Calci: si comincia alle 16.30 con la presentazione de “Il Vangelo della Pace”, il volume curato da monsignor Roberto Filippini, vescovo di Pescia. Alle 18 la Santa Messa nella Pieve dei Santi Giovanni ed Ermolao concelebrata da monsignor Filippini e dai sacerdoti che hanno accompagnato il cammino degli obiettori della Caritas di Pisa (e non solo). Alle 19.30 apericena nell’oratorio parrocchiale e alle 21.15 la festa nel Cinema Teatro Valgraziosa.
“La non violenza che era una parola d’ordine delle origini del movimento degli obiettori, stimolata dai testi di don Lorenzo Milani e Ghandi, la ritroviamo oggi nel messaggio della pace di Papa Francesco e il fatto che l’eredità di quell’esperienza non vada dispersa è una ricchezza straordinaria – ha ricordato monsignor Antonio Cecconi, oggi pievano di Calci e in passato direttore della Caritas diocesana e vicedirettore di quella Italiana -. E’ stato un momento di formazione importantissimo che ha segnato la vita di molti giovani i quali successivamente, hanno portato quell’esperienza in tanti luoghi fondamentali per la nostra società: dall’aule degli atenei, dato che alcuni sono diventati docenti universitari, al nel mondo del terzo settore, poiché altri, successivamente, sono diventati dirigenti di realtà del volontariato e della cooperazione o ancora nella politica e nelle amministrazioni locali”.
“Sarà anche l’occasione per collegare e avvicinare due percorsi fra loro molto diversi, come quello di chi anni fa scelse l’obiezione di coscienza al servizio militare e dei giovani che oggi optano per il servizio civile in uno dei nostri servizi – ha evidenziato il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli -. Accomunati, però, dalla volontà di dedicare un periodo della loro a guardare il mondo dalla prospettiva dei più poveri e di chi fa più fatica”.
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