È stato rinominato come “l’armadio della vergogna”. Un archivio contenente fascicoli e documenti attestanti i crimini nazisti più efferati compiuti nel nostro Paese, rimasti chiusi per oltre quarant’anni in uno sgabuzzino della cancelleria della procura militare nel Palazzo Cesi-Gaddi a Roma. Vittime e carnefici, luoghi e prescrizioni sono stati fermi in quell’armadio con le ante rivolte verso il muro e isolate ...
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