Pisa, 9 giugno 2016 – “Abitare i circoli con il buon gioco, che aggrega e permette la socializzazione, può essere una delle soluzioni per arginare le problematiche connesse al gioco d’azzardo”. Questo il suggerimento del direttore della Caritas diocesana di Pisa don Emanuele Morelli che, in occasione del convegno “Mind The Gap, un anno dopo”, ha ricordato come l’aggregazione sia un tassello importante per limitare questa dilagante problematica. L’incontro, tenutosi all’ex convento dei cappuccini ieri 8 giugno, ha celebrato il primo anniversario dello sportello di consulenza e sostegno alle ludopatie aperto al Cep nei locali della Cittadella della solidarietà.
Il progetto è stato finanziato interamente fondi Cei otto per mille, e adesso vedrà il supporto della diocesi pisana. «La nostra è stata una sperimentazione che è stata sufficiente a farci comprendere ciò che intuivamo già dapprima, a partire dai colloqui e dagli incontri nei nostri centri d’ascolto – ha detto il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli -: le ludopatie sono una piaga che non risparmia neppure il nostro territorio, per cui abbiamo deciso di dare continuità al progetto, sostenendolo con risorse proprie, visto che il finanziamento della Cei con i fondi per l’otto per mille è concluso”. Insieme al direttore della Caritas pisana anche Matteo Lami, della cooperativa “Il cammino” che ha gestito lo sportello, ha analizzato la questione partendo proprio dal nostro territorio. “A rivolgersi a “Mind the gap” sono principalmente i familiari che accompagnano gli affetti da dipendenza al gioco per chiedere aiuto – ha spiegato – è raro che i diretti interessati vengano spontaneamente e quando lo fanno chiedono una mano perché hanno problemi economici”.
Altro dato rilevante è relativo all’età delle persone soggette a ludopatia. I grandi numeri si riferiscono infatti agli under30, sempre più legati al gioco on line. Attive contro la dipendenza da gioco d’azzardo anche le Acli, che già da tempo hanno attivato (insieme ad altri enti come Azione Cattolica e sindacati) una campagna a livello nazionale per attirare l’attenzione del Governo e del Parlamento affinché si concretizzi una legislazione che miri a contrastare il fenomeno. A livello territoriale, invece, le Acli si sono mosse per sensibilizzare bar e circoli sulla tematica. “Abbiamo tentato di creare punti di incontro per famiglie proprio in questi circoli, suggerendo di sostituire le slot con spazi per la socializzazione – ha detto Lorenzo Bravetti delle Acli provinciali – abbiamo anche pensato a economie alternative per gli stessi ambienti, interessandoli ad altre tematiche che si discostano in maniera positiva da questa piaga”.