Pisa, 11 luglio 2016 -Sono obbligati in una realtà chiusa e limitata, non per questo però devono rimanere isolati e fuori dal mondo. I detenuti delle carceri toscane ricevono il supporto di oltre 1.600 volontari, che riservano il loro tempo per aiutare i condannati in percorsi di istruzione e formazione. Sono 1.232 gli ospiti delle 18 case circondariali toscane che frequentano corsi scolastici e universitari. Lo fanno soprattuto grazie all’ausilio di giovani e meno giovani che spendono loro stessi per una riabilitazione concreta e per un futuro reinserimento dei detenuti. A renderlo noto è la Cesvot che ha pubblicato sulla sua pagina web i dati dei servizi di volontariato svolti nelle carceri toscane.
La stessa Cesvot ha poi promosso e pubblicato un testo nella collana “Briciole”, scritto da Erika Marioni (volontaria dell’associazione Le Querce di Mamre di Grosseto), che offre un vademecum utile a chi progetta e svolge attività di volontariato in carcere. Il volume descrive il funzionamento del nostro sistema penitenziario, le caratteristiche della vita carceraria e le attività che svolgono i cosiddetti “volontari di giustizia”. L’autrice presenta, inoltre, il percorso formativo realizzato dall’associazione Querce di Mamre, grazie al sostegno di Cesvot e in collaborazione con Caritas, Ceis, Uisp, Coeso, Forum per il Volontariato. Scarica il testo dalla pagina web di Cesvot dedicata alla presentazione.